Guardai indietro, dicono, per curiosità,
ma potevo avere, curiosità a parte, altri motivi.
da La moglie di Lot di Wislawa Szymborska
In questa nostra Italia impantanata in una crisi della politica infinita, Via Dogana continua a rivolgere uno sguardo più attento alla parte femminile del paese. Milano città aperta si dipana attorno all’intuizione, presente in più testi, che in questo momento nella società ci sia un grande potenziale di energie femminili che rimane come in posizione di stallo. In effetti non ne approfittano le donne perché sembrano mancare le parole che lo rendano disponibile, non se ne arricchiscono gli uomini perché sembrano poco consapevoli della sua esistenza e troppo presi dalle loro gare elettorali. Nel numero, un centro di attenzione è Milano, città in cui questa contraddizione è più che evidente e che nella prossima primavera affronterà le elezioni comunali. Ma la questione è aperta in ogni dove come testimonia, per la cultura religiosa, ciò che è capitato all’incontro annuale delle Comunità Cristiane di Base. Ne scaturisce una situazione sempre più deteriore eppure interessante. In bilico.
Quasi per analogia di intenti, rimando alla rilettura di Lei dov’è? (VD 85) un numero che, con il sentore di un blocco che permane, cercava di fotografare dove erano le donne intanto che la politica degli uomini si avviluppava in una crisi sempre più profonda. La cosa rimane enigmatica perché quello che risulta è invece un panorama molto ampio di un femminile pensante in ogni campo. Donne che si incontrano e discutono su come potrebbe esssere organizzato lo spazio della città a partire dai corpi viventi che la abitano; maestre di scuola che raccontano e mostrano il buon modo di insegnare da loro stesse inventato; lavoratrici che dicendo sì al lavoro e alla maternità pongono la necessità del cambiamento dell’organizzazione del lavoro; donne (e uomini) che non ne possono più di un’economia dominata dal denaro e dal mercato e vogliono mettere al suo centro i bisogni essenziali della vita; donne e uomini che si incontrano e si scontrano per la convocazione di una manifestazione contro la violenza maschile sulle donne… e via dicendo. L’apertura è affidata alle Donne di Vicenza, colte in un momento particolare della loro lunga lotta per impedire la costruzione di una nuova base militare americana nella loro città. Come raccontava dettagliatamente Silvia Marastoni, dopo un decennio di governo del centro-destra, le donne del NO dal Molin hanno determinato la vittoria del candidato sindaco del centro-sinistra, Achille Variati, sulla base di un esplicito patto che il candidato PD si era impegnato a sottoscrivere.
Sul caso emblematico di Milano rimando alla rilettura di Milano senza maiuscole (VD 80) di Lia Cigarini e Luisa Muraro, le cui riflessioni partono da un contrasto ben netto. A Milano una parte del potere maschile è attualmente in mani femminili, la sindaca, la capa dell’opposizione, la presidente della Confindustria, l’allora segretaria regionale CGIL (oggi segretaria nazionale), la direttora regionale dell’istruzione… pure la città non ha registrato cambiamenti nelle priorità economiche, sociali, politiche, culturali. Allo stesso tempo a Milano, ogni giorno, alle donne, che sono molto presenti nel lavoro e nel vivere sociale, viene riconosciuta competenza e capacità di rendere migliori i luoghi in cui stanno e la convivenza cittadina. L’articolo indaga le ragioni, avanza alcune ipotesi per cui tra i due cambiamenti non c’è saldatura.
Determinante è la società femminile e le sue vicissitudini. Su questi problemi mi sembra utile riconsiderare per intero un numero degli inizi. L’amore femminile della madre (VD 3) che dà sostanza simbolica alla relazione donna con donna. Segnalo in particolare l’articolo dal titolo Luce Irigaray, composto da brani scelti da un saggio della filosofa inglese Margaret Whitford. Ha il pregio di illustrare con chiarezza e brevità come stanno in connessione il fare società femminile, la relazione madre figlia e la questione del linguaggio.
Vita C.
P.S. I numeri arretrati possono essere ordinati in Libreria delle donne, tel. 02-70006265 e tramite il sito www.libreriadelledonne.it