a cura è caratteristica delle donne ed è innegabile che ci sia stato e ci sia un enorme sfruttamento della cura. Perciò spesso era stata considerata una negazione dell’autodeterminazione femminile.
Oggi sempre più si riconosce l’indispensabilità della cura, che però non va trasformata in un nuovo welfare sulle spalle delle donne. Bisogna cambiare il modo di produrre e di vivere.
Non è una via facile. La cura va intesa inevitabilmente in un orizzonte conflittuale. Ma, soprattutto, dare valore alla cura significa aprire una diversa considerazione del rapporto tra la libertà e la dipendenza. Dipendiamo da chi ci ha messi al mondo, da chi ci ha aiutato a crescere, dalla terra che ci accoglie. Insomma, cura come dipendenza? Anche. Il senso da dare alla libertà, come scrive Hannah Arendt, non equivale alla indipendenza da tutto e tutti.
Letizia Paolozzi, giornalista e saggista, recentemente ha pubblicato, con Alberto Leiss, La paura degli uomini. Maschi e femmine nella crisi della politica (il Saggiatore, 2009).
Con questo volume si apre nei TAG una nuova collana: Due, a cura di Liliana Rampello.
Due. Un numero primo per cominciare a dialogare. Per affrontare parole, concetti, temi, problemi alla ricerca di fili elementari, non sempre i più semplici, ma i più radicali. Due per convivere nella differenza.