di Giacomo Valtolina
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Tremila bandiere gialle con il viso sorridente di Lea e una scritta eloquente («Vedo sento parlo») e migliaia di segnalibri stampati con l’appello di Denise, la figlia di Lea («In ricordo della mia giovane mamma, uccisa per il suo coraggio»). Il Comune e l’associazione Libera hanno annunciato ieri a Palazzo Marino il giorno dei funerali civili della donna che oggi sarebbe prossima ai 40 anni. Il 19 ottobre. E se sul rito in piazza Beccaria (alle 10.30) ci sono ancora dei dubbi, di certo al pomeriggio (dalle 14 alle 19), le bandiere gialle sventoleranno ai giardini di viale Montello, che verranno a lei intitolati con una targa e dei manifesti informativi, davanti al civico 6, quello del «fortino delle cosche», sgomberato a giugno, dopo 40 anni d’illegalità. Pisapia, ieri, ha chiesto ai milanesi di scendere in piazza per una «festa cittadina»: «Lea non era nata a Milano ma ci era arrivata piena di speranze trovando il coraggio di ribellarsi». Sotto gli occhi del presidente della commissione antimafia David Gentili, il docente della Statale Nando Dalla Chiesa, il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, e l’assessore Franco D’Alfonso, il sindaco ha poi elencato gli sforzi «concreti» dell’amministrazione contro le mafie: dalla costituzione di parte civile in ogni processo di criminalità organizzata fino al Festival dei beni confiscati, la cui seconda edizione sarà intitolata a Lea (8-10 novembre).Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha invece parlato del «debito che abbiamo con chi è rimasto solo» come Denise, 21 anni. Il «suo invito ad accompagnare la mamma» va raccolto perché «i sogni e le speranze di Lea devono camminare con le nostre gambe. La memoria ci sfida tutti: commuoversi non basta, bisogna muoversi». È l’esempio di Lea e del suo «atto potente».
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(Corriere della Sera,15 ottobre 2013)