di Marta Ghezzi
Un documentario ricostruisce la storia della «casa» del movimento femminista milanese, nata nel 1975 in via Dogana e ora con sede in via Pietro Calvi
La prima inquadratura è una donna che sfoglia un libro. Neanche il tempo di realizzare che si trova in una libreria e la telecamera si è già spostata in una cucina. Primo piano su mani che impastano e poi su un gruppo di donne che preparano piatti. Una voce fuori campo chiede: «Voi… nella vita?». Le risposte: «Io insegno al Politecnico», «Io insegnavo antropologia a Copenhagen, lei è docente di russo…», fino alla frase rivelatrice: «Facciamo politica cucinando». Ancora la voce fuoricampo: «Non sono cuoche professioniste e questa è una cucina speciale. Un’impresa femminista dove si impastano pane e politica, dove si fanno lievitare pensieri e relazioni». Inizia così il documentario «La Libreria delle Donne – Una storia che continua», proiettato oggi nel Chiostro del Piccolo Teatro (via Rovello, ore 18, ingr. libero con prenotazione a comunicazione@piccoloteatromilano.it).
La Libreria delle Donne è dal 1975 – prima nella sede di via Dogana, ora in via Pietro Calvi 29 -, la casa del movimento femminista milanese. Nel video si dice che allora, nei primi anni ’70, il «novanta per cento delle persone aveva orrore del femminismo». Non è più così, ma la parola suona ancora dura, ideologica. Il documentario ricompone la frattura, avvicina al movimento con leggerezza, restituendo una storia cittadina importante, quarant’anni di impegno ininterrotto, tutto su base volontaria, delle dodici socie fondatrici (le «veterane», fra cui ricordiamo Lia Cigarini, Luisa Muraro, Renata Dionigi, Giordana Masotto), e delle ragazze «venute dopo» (come si autodefiniscono Sara Gandini, Laura Colombo, Laura Giordano). «Non poteva che essere così», dice la regista Sabina Fedeli, «con una chiave di lettura sul lavoro politico, sociale ed editoriale e lo sguardo sul Circolo della Rosa, la rivista online Aspirina, la vetrina dell’arte e l’attività della cucina». La proiezione sarà introdotta da Didi Gnocchi di memoMi, produttrice del documentario con Associazione Chiamale Storie, e preceduta da un incontro con l’autrice e due delle protagoniste, Luisa Muraro e Laura Colombo.
(corriere.it, 7 marzo 2016)