di Cristiana Fischer
Sulle elezioni americane scrivo solo del femminismo che ha sostenuto Hillary (non Susan Sarandon, e forse anche altre). In un articolo su Internazionale (28/7/2016) Ida Dominijanni scrive che nella candidatura di Hillary “c’è l’America delle donne che nella prima donna alla Casa Bianca vedono la dimostrazione che non ci sono limiti al desiderio di qualunque donna”. E tanto basta, cioè questa ragione è prevalente per sostenerla.
Per me contano anche la sua avidità e il suo cinismo sanguinario, ambedue a livelli senza limiti, appunto.
Ma soprattutto conta che Hillary ha incamerato denaro e potere insieme a suo marito. Su Facebook ho postato questa poesiola, stamattina
Elezioni americane: la coppia 2
La vecchia coppia spodestata
ha sempre funzionato in alleanza
per catturare soldi e potenza
dal millenovecentonovantatre in avanti.
Fratelli più che amanti
stessa generazione di regnanti,
come Cleopatra e i suoi fratelli
Tolomei mariti e associa anche il figlio
Tolomeo quindici, poi gli avventurieri
solo maschi presero il suo impero.
(c’è anche un Elezioni americane, coppia 1, in post precedenti)
Questi miei pensieri potrebbero portare di conseguenza che se lei non si legasse al marito sarebbe meno avida e cinica… Certo questo idealismo sulle donne che da sole sarebbero più umanitarie e meno avide esiste.
È un nodo.
Il fatto è che, per Hillary, i suoi comportamenti privati e politici sono feroci, e rifiuto di accettarli perché liberanti del desiderio femminile.
Un assoluto, costi quel che costi?
(www.libreriadelledonne.it, 10 novembre 2016)