di Francesca Pasini
La Barricata di vasi in terracotta di Chiara Camoni allude a un atto di forza e di continuità.
I vasi sono fragili, i fiori freschi appassiscono velocemente. Eppure, nel momento in cui si schierano ad altezza d’occhi su una struttura di legno, acquistano la forza del confine. Appaiono i passaggi tra dentro e fuori, ma se non vogliamo rompere i vasi o calpestare i fiori bisogna trovare un equilibrio tra conflitto e accoglienza. Non tutto è luce, non tutto è ombra.
La Barricata è lo “strumento” visivo col quale Chiara Camoni entra in dialogo con la Libreria delle donne di Milano e affronta il rapporto con sua madre.
Una delle sue prime opere riguardava l’affinità elettiva con la nonna. Perché non fosse solo una spettatrice, Chiara le aveva chiesto di disegnare, e quei disegni hanno partecipato a molte mostre. Ora Chiara ha due figli (Anna e Davide) e, seguendo le tracce delle madri simboliche che ha incontrato, ha deciso di affrontare il legame, sempre complesso, con la propria madre.
Il vaso è un archetipo di fondamento che sta all’origine delle civiltà. Contiene, conserva, protegge, occulta, va in frantumi. Come la vita. Per modellare l’una e l’altro, bisogna fare i conti col negativo, maneggiare il conflitto, procedere in modo circolare fino alla soluzione. Allora nasce la forma che rende visibile la figura e rifonda la dinamica emotiva necessaria al rapporto con l’altro. Si ricomincia ogni volta da zero. Ogni volta da un punto diverso.
Il vaso di Chiara Camoni, non è stato toccato da Zeus, non appartiene a Pandora, non ci sono dentro colpe insanabili, ma le relazioni con l’altra da sé: con le artiste per affinare il gusto; con le madri simboliche per elaborare il conflitto con la madre e il suo essere, a sua volta, madre.
Dai vasi di Chiara esce il segreto della differenza che modella arte e vita, non solo sui lasciti maschili.
(www.libreriadelledonne.it, 1/12/2016)