4 Ottobre 2017

Quarta vetrina – Caterina Saban, PROFONDO BIANCO

Riprende la Quarta Vetrina, vi aspettiamo!

Libreria delle donne di Milano, via Pietro Calvi 29 0270006265 www.libreriadelledonne.it

Mercoledi 4 Ottobre, ore 18,30

 

Quarta Vetrina / stagione 2017-2018  a cura di Francesca Pasini

PROFONDO BIANCO di Caterina Saban

Accompagna l’installazione  un’edizione  dell’artista in 10 esemplari

(Segue la cena di Cucina di Estia, la conferma è gradita)

 

Profondo bianco

Nelle ultime fotografie di Caterina Saban c’è un senso di pausa e attesa sottolineato a volte da un leggerissimo fuori fuoco mentre un bianco profondo, lievemente offuscato, definisce lo spazio. I temi riguardano il quotidiano: piante modeste, erbe campestri, bioccoli di lana, vasi sbeccati.

Per la Quarta Vetrina crea una piccola sequenza che mette in mostra l’affetto per le cose che ricordano la vita personale, quella di tutti e che nel tempo dimentichiamo.

Un orsetto e un bambi in peluche chi non li ha avuti? Caterina li affoga nel fondo bianco e il leggero fuori fuoco toglie aura, li rende un passaggio dell’illimitata stagione dell’infanzia, che pure abbandoniamo.

Una casetta con la porta aperta è forse una figura del resistere dentro la convenzione umana, a volte irraggiungibile, ma è anche il segno della tenerezza per una luce, un odore, un angolo di muro che ci ricorda lo spazio che abbiamo costruito. La porta è aperta perché si vive anche fuori. E il bianco in cui è sprofondata avverte della fragilità dell’esporsi, come dichiara Caterina Saban, “tutte le foto rappresentano la mia fragilità”.

Guardano verso la strada un cane e un bambi, sono rivolti verso l’interno bambiun cane ferma porte che nella sua solitudine acquista un tono orgoglioso e fiero, la casetta, e un piccolo mappamondo accostato a una sfera di cristallo dove il riflesso dell’uno sull’altro crea il sogno della vastità.

Tra le foto una rete di filo bianco, quello da cucina, coordina il rapporto tra dentro e fuori e ricorda che non c’è solo la rete della comunicazione, ma anche quella che sostiene il nostro esporsi. Così Caterina Saban risponde all’urto fragoroso delle immagini che occupano completamente la nostra vita visiva. Il bianco profondo che Lei ottiene è un luogo disponibile a tutti, non s’impone, vira in una sospensione vagamente opaca in cui prende luce il contatto tra sé e gli altri. Anche questa è una rete da tessere.

Francesca Pasini

 

Print Friendly, PDF & Email