5 Ottobre 2017
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Riso, Cirinnà e l’utero in affitto


Esprimiamo tutto il nostro affetto a Sebastiano Riso, regista del film “Una famiglia”, vittima di insulti omofobi e di percosse da parte di due sconosciuti.

Una famiglia” racconta con sensibilità il mondo infelice in cui si vendono e si comprano bambini, le donne sono corpi di servizio, i soldi sono l’unica misura e ogni relazione si degrada a partire dal disconoscimento del legame madre-figlio/a.

Qui la “madre per altri” Maria (Micaela Ramazzotti) vende figli concepiti naturalmente con il compagno sfruttatore: un mercato più povero e miserabile del business tecnologico e contrattualizzato dell’utero in affitto.

Ma la logica è la stessa, ben rappresentata dalle parole di lei alla coppia di committenti gay: “Voi siete fortunati perché potete comprare tutto”.

Per etero e gay Sebastiano Riso propone esplicitamente l’alternativa dell’adozione: battaglia che invece stenta a partire.

Leggiamo pertanto con sconcerto le dichiarazioni della senatrice Monica Cirinnà, secondo la quale lo stesso Sebastiano Riso, per aver dato voce ai moltissimi omosessuali silenziati che non approvano la pratica della Gpa, è sospettabile di omofobia:

Una famiglia” “è un film dannoso per chi combatte contro l’omofobia… Il film confonde tratta di bambini e gestazione per altri, che il regista nelle interviste odierne continua a chiamare utero in affitto, dimostrando la sua totale estraneità al dibattito culturale che faticosamente stiamo affrontando in tanti, soprattutto le stesse Famiglie arcobaleno i cui figli sono ancora esclusi da ogni tutela”.

Nel film” continua Cirinnà “ho ritrovato tutti i pregiudizi e gli stereotipi usati contro i gay, rappresentati come gente che vuole i figli per capriccio ed egoismo, e addirittura li compra togliendoli a una madre disperata, proprio gli argomenti che tutti gli omofobi usano regolarmente dentro e fuori il parlamento.

Penso che il cinema, come ogni altra forma di arte e cultura, debba inserirsi pienamente nel dibattito culturale che attraversa la società sostenendo sempre i cambiamenti positivi sui diritti e il riconoscimento delle nuove realtà.

Con dolore noto che questo non è accaduto con il film di Riso”.

Con queste parole, piuttosto sconcertanti anche alla luce del principio costituzionale di libertà dell’arte e della scienza, Cirinnà liquida come omofobica ogni critica al mercato delle donne e dei bambini: lo stesso Riso – gay dichiarato – è omofobico, grande parte del femminismo in tutto il mondo è omofobico.

Omofobico chiunque chieda il rispetto del principio universale mater semper certa, non accettato solo in una quindicina di Paesi nel mondo, e che sta al fondo del divieto di surrogazione in Italia, un principio civile che fa di ogni nuovo nato una persona con una sua origine e una sua storia.

Quanto al “dibattito culturale”: il film di Sebastiano Riso, problematico e non manicheo, ne fa parte a pieno titolo.

Paola Bassino, Giovanna Camertoni, Rita Cavallari, Cristina Gramolini, Francesca Izzo, Alessandra Mandelli, Francesca Marinaro, Silvia Niccolai, Donatina Persichetti, Monica Ricci Sargentini, Sara Rinaudo, Simonetta Robiony, Paola Tavella, Marina Terragni, Daniela Tuscano, Roberta Trucco, Stella Zaltieri Pirola

(facebook, 5 ottobre 2017)

 

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