Il testo che pubblichiamo è molto semplice e in questa sua semplicità racchiude una ricchezza di significati.
Si tratta, come dice il suo titolo e come spiega il testo stesso, in un linguaggio chiaro e diretto, di un progetto di sostegno alla formazione linguistica e letteraria di giovani donne, lanciato da un’Associazione nata da un gruppo di donne amanti del teatro e della letteratura. Tutto questo avviene in un paese, il Burkina Faso, fra i meno favoriti economicamente nel continente africano, ma dotato di un’autentica vita civile e amante della cultura: questo testo ne è un documento. Ricordiamo che il Burkina, dieci milioni di abitanti, più un certo numero di emigranti, con una pluralità di lingue locali e francofono a livello nazionale, si trova a sud del Mali e del Sahara, senza sbocchi sul mare; l’atlante De Agostini informa, inoltre, che la popolazione, a parte un dieci per cento di cattolici, si spartisce tra l’animismo (la tradizione religiosa dell’Africa subsahariana) e l’islam.
Il progetto è firmato da Marcelline Compaoré, Odile Sankara (sorella dell’indimenticato presidente Sankara, che per l’Africa è lo stesso che Che Guevara per l’America latina), Léontine Ouédraogo e altre, altri.
Oltre che testimonianza di vita civile, il testo è anche un documento politico che ci interessa da vicino. Parla infatti di una libertà femminile che si fa strada con la competenza simbolica della propria vita, che vuol dire: vivere con quel grano prezioso di libertà che è saper parlare con parole rispondenti a quello che si vive, a quello che si sa, a quello che si vuole, pur in mezzo a costrizioni e difficoltà (che il testo non ignora).
Con l’Associazione “Talents de femmes” abbiamo già stabilito un rapporto grazie alla mediazione di Serena Sartori. L’iniziativa è stata presa da Odile che, affiancata da Serena, ha esposto ad alcune di noi il progetto suo e delle sue compagne, e ha apertamente parlato del suo-loro bisogno di scambi, di attenzione, di critiche, di idee per quello che stanno facendo. Ne abbiamo bisogno anche noi ed è un grande bisogno, se vogliamo orientarci nella politica delle donne con la pratica delle relazioni, lasciandoci alle spalle ogni semplificazione “militante”.
La traduzione che pubblichiamo è parziale.(V.D.)
Progetto per sostenere la formazione letteraria delle ragazze delle scuole medie superiori
Obiettivi:
– Interessare le ragazze alla scrittura
– Contribuire all’emergere di scrittrici nel Burkina Faso
– Promuovere l’eccellenza
Nel Burkina Faso, come nella maggioranza dei paesi africani francofoni, l’espressione scritta della lingua francese, già insufficiente, è sempre meno rispondente alle esigenze. Questo è vero per coloro che usano la lingua come strumento di lavoro, e ancor più per gli artisti, come scrittori di teatro, romanzieri e poeti. Questo stato di cose soffoca dei talenti letterari che pure avrebbero potuto riversare una parte importante del loro genio nel tesoro artistico nazionale.
Così, molte vocazioni letterarie sono condannate all’oblio, se è vero che la buona volontà, in questo campo soprattutto, non basta da sola. Questa forma di oppressione imposta alla espressione scritta della lingua francese nel Burkina Faso, colpisce in primo luogo le ragazze e le donne. Vediamo, per esempio, che, nel centinaio di scrittori che hanno partecipato al primo numero di “Notre Libraire”, intitolato Letteratura Burkinabé, tre donne soltanto vengono citate, ossia un risibile tre per cento.
Non vi è in tutto questo un torto che il paese fa a se stesso?
“Se anche avete un solo dente, fate che sia di un bianco perfetto”, dice il proverbio. Nelle donne burkinabé la passione per la scrittura esiste, questo è molto importante; si tratta ora di trovare dei quadri e un inquadramento perché esse possano dare il meglio di sè stesse.
È in questo contesto e in questa prospettiva che l’Associazione “Talents de femmes”, fedele ai suoi obiettivi, vorrebbe contribuire all’emergere della parola scritta femminile. La donna non ha forse una sensibilità che le è propria, con la quale è tenuta a contribuire alla costruzione del pensiero nazionale? In altre parole, può esistere un pensiero nazionale senza l’apporto della donna?
Indubbiamente, la ragazza burkinabé ha problemi che possono essere giudicati prioritari: la scolarizzazione, l’educazione, la lotta contro le MST [malattie sessualmente trasmissibili], il dramma delle ragazze madri…
Tutti questi problemi, vissuti spesso in un drammatico silenzio, situano la giovane donna nel punto d’incrocio dei mali sociali del nostro tempo. È una ragione di più per dare la parola a queste vittime perché, come dice Edmond Jabès, “praticare la scrittura, è praticare nella propria vita un’apertura da cui la vita si farà testo”.
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Il progetto emana dall’Associazione “Talents de femmes”. L’Associazione esiste di fatto dal 1992, in forma legale e riconosciuta dal 1995.
Si tratta, in origine, d’un gruppo di donne artiste (teatranti, danzatrici…) nato per lottare contro i pregiudizi e le idee diffuse sulla presenza delle donne nell’ambiente delle arti e dello spettacolo. Molto presto, questo divenne un pretesto per interessarci della donna nei diversi ambiti culturali, sebbene un posto prevalente sia dato all’ambito artistico (arti dello spettacolo, arti plastiche, scrittura…).
Promuovere il talento femminile, incitare la donna ad avere fiducia in se stessa, ecco la nostra lotta. Questo chicco di fiducia le permetterà di meglio promuovere i propri diritti.
Attualmente “Talents de femmes” conta una ventina di membri di cui dieci attivi (letterate, insegnanti, coreografe, formatori, assistenti culturali).
L’Associazione persegue i seguenti obiettivi:
1/ Creare un quadro d’incontro e di espressione delle donne delle arti dello spettacolo allo scopo di favorire e incrementare le loro attività,
– incoraggiando la creazione femminile in materia di spettacolo,
– incoraggiando la scrittura di testi teatrali,
– favorendo la formazione di attrici, registe, sceneggiatrici, costumiste, ecc.
2/ Valorizzare l’immagine della donna che cambia, nel mondo delle arti dello spettacolo,
3/ Incoraggiare la fioritura di nuovi talenti femminili.
L’attività stabile dell’Associazione è, senza dubbio, il festival “Voix de Femmes” la cui prima edizione si è tenuta nel febbraio 1997. Esso si svolge ogni due anni.
– 1996, organizzazione delle Giornate delle donne delle arti dello spettacolo.
– 1996, creazione dello spettacolo Les Coépouses, di Fatima Gallaire.
– 1997, partecipazione al Grand Prix National de Théatre (2° premio).
– 1997, prima edizione del festival “Voix de Femmes” di Ouagadougou [capitale del Burkina Faso].
– 1997, partecipazione a “Under the Rainbow”, a Åhrus (Danimarca).
– 1997, collaborazione con il Festival di Liegi (Belgio) e invio di due compagnie tradizionali femminili.
– 1997, partecipazione al Festival internazionale di teatro del Benin.
– 1998, seconda partecipazione a “Under the Rainbow”.
– 1998, partecipazione al MASA a Abidjan (Costa d’Avorio).
– 1999, seconda edizione del festival “Voix de Femmes” di Ouagadougou.