Laura Minguzzi
a proposito della notizia data dal Manifesto, mercoledì 17 febbraio 2010, pagina 8: Francia. Insegnanti scioperano contro i tagli
(Anna Maria Merlo, Parigi)
Caro Ministro dell’Educazione Luc Chatel,
scrivo a suocero perché nuora intenda, c’est-à-dire la ns. ministra Mariastellà Gelmini che pare seguire le sue orme e fare la sourde-oreille di fronte ai problemi della scuola, come lei Oltr’Alpe. Mi riferisco a quanto accaduto al liceo Adolphe-Chérioux di Vitry-sur-Seine, e alla sua risposta alle proteste di maestre e insegnanti contro i tagli alla scuola pubblica. A Vitry il 2 febbraio un allievo è stato aggredito a scuola, il 15 un altro allievo è stato accoltellato e in gennaio un terzo è stato ucciso all’interno di un liceo a Créteil, vicino a Parigi. I professori sono scesi in piazza e ci torneranno presto. L’escalation di violenza nelle scuole della banlieue è dovuta a cause interne, i tagli del personale di sorveglianza, cioè meno bidelli e bidelle nei corridoi – meno 16.000 quest’anno e si arriverà a meno 40.000 – per risparmiare. Monsieur Chatel, come Madame Stellà, non vuole sentire parlare di nuove assunzioni e ha proposto una “Giornata di riflessione e di lavoro sulla violenza nelle scuole”. Vuole convocare “i rappresentanti degli enti locali e i sociologi, perché analizzino la questione con un po’ di distanza”. Ma perché non porsi vis-vis? dicono gli-le insegnanti francesi. La realtà da vicino è che con i tagli ci sono classi sovraffollate (40 allievi in classe è la norma), opzioni importanti come l’insegnamento di più lingue straniere abolite (è rimasto solo l’inglese), i programmi sperimentali per aiutare allievi in difficoltà rimessi in causa per mancanza di fondi… Tutto ciò, insieme al ricorso alla videosorveglianza, con la conseguente diminuzione del numero di adulti-e nella scuola, ha fatto esplodere la violenza.
È venuto a mancare, insomma, il lavoro di mediazione delle relazioni umane, la mediazione vivente che contiene, argina, indirizza e guida le giovani menti.
Cari ministri e ministre d’Oltr’Alpe e de chez nous, perché ve ne state tanto lontano dalla realtà nei vostri osservatori, nei vostri ministeri e comunicate in langue de bois a chi vi chiede non indagini, analisi ma ascolto e soddisfazione alle richieste e soprattutto fatti concreti, cioè moneta sonante, investimenti di denaro che prevengano la violenza e ridiano speranza e significato allo stare a scuola, allo studio e alla vita di relazione? Sappiamo che per le cose che ritenete importanti i soldi siete sempre pronti a trovarli e a farli fruttare.
Laura Minguzzi, insegnante di francese