di Erika Zippilli e Luisa Muraro
Carissime,
raramente mi è capitato di trovarmi in disaccordo
con Luisa Muraro. Tuttavia questa volta il suo articolo su Piazza
Fontana qualche perplessità in me la suscita. Vi dico perché.
Luisa
scrive che sostenere che la strage fu di Stato è una trappola nella
quale siamo caduti, la strage fu in realtà opera dei fascisti veneti
di Ordine nuovo.
Una trappola?
Io credo invece che fu
proprio lo Stato intero, il suo Saragat, il suo Rumor, le sue
questure, il suo PCI colpevolmente silente, la sua magistratura e le
sue alleanze straniere e non “apparati deviati” a spostare il
processo a Catanzaro, a spezzettarlo in tante inchieste diverse, a
depistare per infine seppellirlo definitivamente a Bari dopo
quarant’anni. Fu lo Stato a fabbricate i passaporti per consentire
la fuga ai fascisti veneti. E oggi è ancora lo Stato ad equiparare
la vedova dell’assassino alla vedova dell’assassinato per bocca
di Mattarella (il quale, per la sua storia personale, non si sarebbe
dovuto permettere tale ambiguità). Il dolore delle vedove sarà pure
stato simile, ma i rispettivi mariti simili non lo furono davvero.
Se
non fu lo Stato, allora dovremmo accettare che i fascisti veneti e
Ordine Nuovo avevano un potere ben superiore allo Stato. Ergo, a
partire dal 1969 l’Italia è da ritenersi uno stato fascista?
Un
caro saluto e AUGURI di cose belle e buone per l’Anno 2020!
Erika
Zippilli
Cara Erika Zippilli, tu cogli un punto importante della questione. Il libro del Corriere della sera, La strage di Piazza Fontana (che io critico per una certa reticenza) è accurato e così scrive nella Cronologia: giugno 1970 La casa editrice Samonà e Savelli pubblica La strage di Stato, autori Tizio Caio Sempronio, che sono dell’estrema sinistra, e altre persone mai identificate; il libro ottiene un grande successo di vendite (pp. 234-235). Alcuni hanno poi giustamente notato: ma quel libro svela cose che nel giugno 1970 nessuno poteva conoscere se non quelli che c’entravano in prima persona. Tizio Caio e Sempronio non hanno voluto dire la loro fonte. Chi poteva essere? Risposta: qualcuno che sapeva le cose e doveva offrire un bersaglio quasi vero e sicuramente attraente (cioè lo Stato) alla sinistra che non credeva nella versione ufficiale e poteva avvicinarsi troppo alla verità. Bisognava distrarci dalla ulteriore ricerca della verità e ci voleva qualcosa di convincente. Quale verità? A questo allude il titolo del mio articolo: si può dirla? potete dirla? Per quello che è sicuramente documentato, risulta a me che ci fu allora, all’interno dello Stato, un grave scontro la cui posta in gioco era l’ordinamento democratico costituzionale. Qui, secondo me (ma non sono certo la sola a pensarlo!) c’entrano gli Usa e la loro lotta accanita contro il comunismo e tutto quello che poteva portare in quella direzione, che non era per forza l’Unione Sovietica, ma era e rimane il superamento dell’economia sedicente liberale basata sul sedicente libero mercato (sul profitto). Possiamo dirlo? Solo così la strage di piazza Fontana diventerebbe parte di una ricostruzione sensata e convincente. Grazie di avermi dato l’occasione di tornare su quell’argomento,
Luisa Muraro
(www.libreriadelledonne.it, 9 gennaio 2020)