16 Novembre 2022

“Gli uomini mi spiegano le cose”: ennesima puntata

di Umberto Varischio


Abbiamo visto ciò che è accaduto sia prima che dopo il conferimento dell’incarico di formare il governo a una donna: una parata del peggiore paternalismo patriarcale con quasi tutti i commentatori che raccomandavano a Meloni di ascoltare i suggerimenti giudiziosi del Presidente del Consiglio uscente, che assumeva via via i panni del padre o dell’uomo responsabile che doveva guidare la giovane donna inesperta nei meandri della politica nazionale e internazionale.

Immaginiamo uno scenario parzialmente diverso per l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre: che a vincerle sia stata sempre la destra, e in particolare FdI, ma che il leader sia, per esempio, Crosetto (o uno qualsiasi dei “fratelli”) e non Meloni. Se il leader di FdI fosse stato un uomo, si sarebbe solo preso atto delle decisioni assunte dal nuovo presidente del consiglio e lo si sarebbe criticato o lodato per le scelte fatte.

Sulla questione dei migranti, al di là dell’inumana e disastrosa gestione da parte del governo di questi ultimi giorni (che probabilmente sarebbe stata la stessa anche se ci fosse stato un “fratello” al comando), nessuno si sarebbe probabilmente permesso di chiedere a un presidente del consiglio (uomo) d’andare a prendere consigli o comandamenti dal lord protettore (come viene definito Draghi) e neppure di criticarlo per “aver dimenticato rapidamente i consigli dispensati” usando i toni del paternalismo patriarcale – come ha fatto, per esempio, Alessandro Barbera su “La Stampa” del 12 novembre. Ha proprio ragione Rebecca Solnit*. Meno male che ci siamo noi uomini che, a tutti i livelli e su tutte le questioni, spieghiamo alle donne qualsiasi cosa… Spesso mi vergogno d’essere uomo.


(*) R. Solnit, Gli uomini mi spiegano le cose. Saggio sulla sopraffazione maschile, Ponte alle Grazie 2017


(www.libreriadelledonne.it, 16 novembre 2022)

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