di Fulvia Bandoli
Dopo una malattia che ha vissuto così serenamente da farci credere che l’avrebbe vinta lei ci lascia Bianca Pomeranzi.
Mi chiedo da dove prendesse le forze per risponderci sempre che stava bene e per fare tante cose. Credo di averlo capito. Per non far soffrire Maria Rosa, la sua amata compagna e le amiche e gli amici più stretti, Bianca usava tutto l’amore e la cura possibili per mantenere le relazioni vive, allegre e fattive. Ognuna/o di noi affronta come può i duri incroci della vita. Lei lo ha fatto con grande serenità. Anche nelle ultime settimane non voleva parlare di salute, ma di attualità. Amava la politica, quella delle donne, dei partiti, delle istituzioni.
L’affascinavano il confronto delle idee e il conflitto. Quel suo inalberarsi improvviso era frutto della passione forte che la animava. Ma nessun conflitto poteva incrinare relazioni e amicizie. Bianca Pomeranzi è stata una femminista storica, protagonista delle prime battaglie del movimento lesbico italiano. Ha animato il Collettivo Pompeo Magno negli anni Settanta. E da allora ogni snodo del dibattito femminista l’ha vista partecipe in vari modi e in vari Gruppi, Balena tra questi, durante la guerra in Kossovo. E Dirigente della Cooperazione internazionale presso il Ministero degli Esteri, esperta Onu nel Comitato per l’eliminazione delle discriminazioni contro le donne alla Conferenza di Pechino del 1995. E tuttora nella presidenza dell’Ars di Aldo Tortorella. Cattolica di formazione, ma donna di Sinistra, era attratta soprattutto dai molti travagli dopo la svolta dell’89.
Ci sarà tempo per riflettere e raccogliere tutto il suo lavoro di femminista e di esperta di diritto internazionale e di cooperazione tra i popoli.
Oggi per me Bianca è una compagna preziosa, persa troppo presto. La conobbi nel 1971 a Firenze. Lei più grande mi diede consigli. Io non ancora femminista mi iscrissi alla sezione universitaria del Pci, lei no. Frequentava gruppi femministi fiorentini e Maria Luisa Boccia, Tamar Pitch, Ida Dominijanni che in quegli anni erano a Firenze. Dopo l’università ci perdemmo di vista ma nel ’91 con il mio trasferimento a Roma la nostra relazione ricomincia e non termina più. Vissi con lei e tante altre un bel pezzo della straordinaria stagione del Virginia Woolf, nel gruppo B animato da Bocchetti in collaborazione poi con Franca Chiaromonte. Poi nel 2008 fondammo insieme a Boccia, Deiana, Gallucci, Paolozzi, Sarasini, Stella e Vulterini il gruppo Femminista del Mercoledì, che ha scritto testi sulle pratiche, sulla politica e sul mondo. Ci eravamo dette che ti aspettavamo per riprendere gli incontri. Ora penso si debba accettare che il tempo e la realtà delle cose, privando il nostro gruppo di troppe energie umane in questi 15 anni, chiedono a noi, adesso, di avere “il coraggio di finire”.
(il manifesto, 23 luglio 2023)