di Paola Mammani
Le relazioni introduttive all’ultima redazione allargata di Via Dogana 3 coltivano qualche speranza che l’omicidio di Giulia Cecchettin per mano dell’ex-fidanzato segni una svolta nel comportamento di molti uomini. Contano che lo scambio con le donne, come è già stato per alcuni, si approfondisca e diventi per i più elemento di ispirazione per un radicale ripensamento dei comportamenti maschili violenti.
Tento anch’io di dare un contributo in questa direzione.
Mi ha molto colpita che l’assassino, Filippo Turetta, abbia sofferto particolarmente del fatto che la ragazza si sarebbe laureata prima di lui. Il traguardo raggiunto avrebbe potuto portarla lontano e sancire la separazione sentimentale che da mesi Giulia perseguiva.
Dunque, un giovane uomo, di fronte al rifiuto di una donna e all’ipotesi di un allontanamento che la sottrarrebbe definitivamente a lui, alimenta possessività e frustrazione al punto da arrivare all’estremo crimine. Ma se agli inizi del loro rapporto avesse provato ammirazione e gioia nello stare vicino a una giovane brillante più di lui negli studi, se si fosse detto, magari con ingenua beatitudine giovanile, «Ha scelto proprio me!», sarebbe per questo cambiato l’epilogo della loro storia affettiva? Non lo sappiamo, ma lui avrebbe posto le basi per accettare forse con sofferenza, ma certo anche con rispetto il rifiuto di lei.
Viene ripetuto giustamente che i cosiddetti femminicidi sono determinati dall’impossibilità per alcuni uomini di accettare la libertà che le donne agiscono. E moltissimi, sempre di più, diventano consapevoli che la violenza estrema è la spia di un disagio vissuto forse da tutti gli uomini per una manchevole elaborazione del mutato rapporto tra i sessi.
Noto che tra le conseguenze più evidenti della libertà delle donne vi è certamente il loro eccellere negli studi e sempre più spesso nelle professioni.
Mi concentro su questo unico aspetto della realtà per chiedermi se, tra le cause dell’infelice rapporto che gli uomini intrattengono con le donne, non sia centrale proprio il modo in cui vivono e (non) elaborano l’eccellenza femminile.
Le donne hanno dato ampia testimonianza dei sentimenti e dei comportamenti che le hanno legate a uomini eminenti e geniali, ne sono piene la storia dell’arte, della letteratura, delle scienze. Sono diventate allieve riconoscenti, collaboratrici fattive ed orgogliose, purtroppo anche spesso misconosciute dagli stessi uomini che hanno goduto del loro appoggio, ma qui conta solo la testimonianza dell’elaborazione vitale che le donne hanno dato della grandezza di un uomo.
E gli uomini? Certo non manca qualche esempio di riconoscimento da parte di alcuni, ma sembra non bastare.
Come i più attenti sanno, anche per le donne è stato difficile sia elaborare il modo di rapportarsi alla grandezza di un’altra, sia accettare che comunque l’altra mantiene integra la libertà di sottrarsi alla relazione. L’impegno politico e il lavoro del pensiero femminile hanno trovato parole per dire che vi è da guadagnare coltivando sentimenti di ammirazione e di riconoscimento per l’intelligenza e le capacità di una propria simile, superando così invidia e indifferenza. Ma anche per affermare che è possibile accettarne il diniego, per via della felicità che viene dal mettersi in gioco con la forza del proprio desiderio, qualunque sia l’esito della contrattazione. “Al mercato della felicità. La forza irrinunciabile del desiderio” di Luisa Muraro è uno dei testi fondamentali che ha mostrato come stare proficuamente al mondo, misurandosi con il desiderio dell’altra o dell’altro, che può corrispondere o non corrispondere.
E gli uomini? Possono approfittare anche loro di questo percorso esemplare? Imparando a riconoscere, per esempio, i guadagni possibili nella loro vita grazie all’accettazione piena dell’eccellenza delle donne? E così imparando anche a rispettarne le scelte?
Si potrebbe cominciare con la constatazione che quando lei si muove libera è molto probabile che eccella, perché millenni di ricerca dei modi per sopravvivere all’oppressione o di uscirne addirittura vincenti, da parte delle sue simili, sono per lei un pozzo senza fondo di conoscenza, di connessione profonda con la realtà, che la proiettano su un piano di maggiore intelligenza del mondo e alimentano il desiderio, la forza e il coraggio necessari per cambiarlo.
Il disconoscimento delle grandi e diffuse capacità femminili rischia di rendere la maggior parte degli uomini cieca e sorda nei riguardi di metà del genere umano.
Come insegnare, dunque, a un giovane uomo la felicità di trovarsi vicino alla grandezza di una donna?
Infatti proprio della sua felicità si tratta, sempre che lui non si accontenti dei piaceri promessi dal potere e dalla sopraffazione.
(Via Dogana 3, www.libreriadelledonne.it, 21 dicembre 2023)