di Luca Bergamaschi
Sabato 17 febbraio 2024 ci ha lasciato Flora De Musso che per tanti anni è stata impegnata in Libreria delle donne dando vita insieme ad altre al gruppo insegnanti, e ha curato l’archivio della Libreria con Luca Bergamaschi che ci ha mandato questo ricordo.
Quando entrai nella scuola come insegnante, quasi cinquant’anni fa, ero da poco laureato in filosofia, pieno di “brillanti” idee e fermamente intenzionato a riempire la testa dei miei studenti e delle mie studentesse di tutto quello che avevo imparato. Ero giovane, sapevo parlare e mi veniva facile imporre anche una certa autorità. Insegnavo storia e filosofia nei licei e, in quegli anni di furibonde contestazioni, il solo fatto di essere accettato dalle classi mi illudeva di essere un bravo docente. Poi passai a insegnare lettere in scuole medie di periferia e in Istituti Tecnici, con davanti ragazzi e ragazze il cui unico scopo sembrava quello di sopravvivere alle cinque ore di lezione. Le mie certezze andavano sgretolandosi e iniziavo a rendermi conto che la trasmissione della conoscenza non era forse l’obiettivo primario del mio stare a scuola. Ero in piena crisi, complicata dalla perenne precarietà del mio posto di lavoro.
Ma poi nella scuola ho incontrato delle donne. Ho conosciuto anche tanti insegnanti maschi, alcuni pure molto bravi, ma sono state le donne a darmi una nuova coscienza e una nuova prospettiva. È con loro che ho iniziato a capire che quello che conta non è tanto la trasmissione del sapere quanto la relazione entro cui si colloca quella trasmissione. Entrare in relazione con ragazzi e ragazze, senza confusione dei ruoli, ma con la maggiore attenzione possibile alla persona; questo è quello che mi hanno insegnato le donne. La prima è stata Lia Giordano, un’insegnante eccezionale alle medie. Poi ne ho conosciute tante altre. Con Gabriella Lazzerini avevo un rapporto speciale, legato al fatto di essere entrambi insegnanti di lettere e al nostro comune lavoro in biblioteca. Con lei sono arrivato alla Libreria delle donne e al Circolo della rosa. Con lei mi sono avvicinato alla politica della differenza, di cui non ho mai approfondito tutti gli aspetti teorici, ma di cui mi affascinava il desiderio di dare valore alle donne del presente e del passato, senza limitarsi al chiuso della lamentela e della rivendicazione.
Con Gabriella è arrivato il mio rapporto con Flora, che ho conosciuto quasi quarant’anni fa, ma con cui ho avuto un rapporto privilegiato negli ultimi vent’anni. Non era stato facile entrare in relazione con lei quando eravamo insegnanti nella stessa scuola. Chiunque l’abbia conosciuta sa quanto potesse essere tagliente nel giudizio e apparentemente urticante. Noi maschi, in particolare, eravamo il suo bersaglio preferito.
Ma quando abbiamo iniziato a frequentarci, e soprattutto a lavorare insieme nell’archivio della Libreria, ho scoperto una Flora del tutto diversa. Raramente ho incontrato una persona di così grande generosità, sarcastica ma pronta a prestare attenzione per qualsiasi mio anche piccolo problema, capace di essere vicina senza leziosità, incisiva nel crearmi dubbi senza farmi sentire un idiota, sempre disponibile all’ascolto e sinceramente partecipe nei momenti di dolore e di difficoltà. Impossibile elencare tutto quello che mi ha insegnato, per esempio l’importanza del conflitto, a me tendenzialmente incline al compromesso e alla pavida conciliazione.
Non è e non sarà facile scendere nello scantinato della Libreria a riordinare e inventariare quei libri e quelle riviste che Flora mi ha fatto amare e su cui abbiamo passato ore e ore di lavoro e di chiacchiere. Lo farò in sua memoria e perché la sua opera non vada sprecata.
Senza indulgere al patetico, quanto di più lontano dal suo stile, voglio affermare con sicurezza che la sua vita ha avuto un grande valore: per tanti e tante che l’hanno conosciuta, per studenti e studentesse e certamente, nel mio piccolo, per me.
Con la sua forza di carattere e la sua combattività ha voluto essere protagonista della propria fine così come lo era stata della sua vita e ha scelto di accomiatarsi in modo fiero e orgoglioso. Io ho avuto il triste privilegio di restarle accanto fino al compimento del suo ultimo viaggio.
(www.libreriadelledonne.it,18 febbraio 2024)