di Franca Fortunato
Ci sono notizie che non vorresti mai ricevere, ma quando arrivano ti lasciano sgomenta e con un profondo dolore. È quello che ho provato quando la mia amica Doriana mi ha annunciato la morte di Luana, la giovane libraia della Ubik di Catanzaro, un luogo a me caro che frequento da anni e che, per me come per tante/i altre/i, è molto di più di un luogo dove una come me, che ama moltissimo leggere, va per comprare libri. È un luogo del cuore, dove incontrarsi, fare amicizia, dialogare, condividere il piacere dei libri con Luana, Nunzio e Gianluca. Era piacevole incontrarla e fermarmi a parlare con lei circondate dai libri, la mia e la sua passione, che mi fanno sentire a “casa”. L’ho incontrata in libreria anni fa, dietro al banco, sorridente, giovane, bella, gentile, piena di vita. Mi è piaciuta subito. Ogni volta che dovevo ordinare un libro telefonavo e quasi sempre era lei che mi rispondeva. Sentivo amicizia nella sua voce e io la ricambiavo, anche se non ci siamo mai frequentate. Ci sono persone, come lei, che non hai bisogno di frequentare per sentire che ti somigliano e sapere che è speciale, e Luana lo era. Quando andavo in libreria a ritirare il libro ordinato, la trovavo sempre lì e mi accoglieva col sorriso. Era una ragazza colta e intelligente. Complice l’estate non la vedevo da mesi e quando sono rientrata dal mare e sono stata in libreria non l’ho trovata, non sapevo della sua malattia e non ho chiesto di lei, ho pensato soltanto che fosse in ferie e che prima o poi l’avrei rivista, magari la prossima volta che ci fossi andata. E invece, se n’è andata per sempre. Ho sentito il bisogno di scrivere di lei per sentirla ancora viva, là in libreria che aspetta che vada a ritirare l’ultimo libro ordinato. La sua immagine, il suo volto, il suo corpo, persino il suono della sua voce mi accompagnano mentre scrivo e non riesco a pensare a lei al passato. Un passato che è ancora ben presente nella mia mente e nel mio cuore e il solo pensiero di andare in libreria e sapere che non c’è più mi rende triste, rende triste quel luogo perché lei è la libreria, come lo sono Nunzio, Gianluca e Sara, la ragazza arrivata da poco.
Quando Luana ha saputo della sua malattia, ha avuto il coraggio e la forza di parlarne in un video su Facebook, di cui sono venuta a conoscenza solo dopo la sua morte. Non eravamo amiche su Facebook ma amiche nella vita. Guardando il video ho pianto ed ho rivisto in lei me stessa quando ho scoperto di essermi ammalata di tumore. Lo stesso terrore, la stessa speranza e determinazione di uscirne e tornare alla vita, che per lei voleva dire vivere con l’uomo che amava e che aveva sposato solo cinque giorni prima. È indicibile e impensabile il dolore di chi l’ha vista passare dalla gioia alla morte. Tornare alla vita per lei voleva dire tornare alla libreria, alla grande “famiglia” della Ubik. Ci credeva, voleva crederci, ci sperava, lo desiderava e intanto i libri, come sempre, le facevano compagnia e le davano gioia. Si era ripromessa di fare altri video in cui parlare dei libri che avrebbe letto. Una passione e un amore che negli anni ha speso in libreria e di cui ha fatto dono a chiunque la conoscesse. Luana è la Ubik e con la sua presenza rendeva quel luogo accogliente e piacevole. Sono le donne come lei che fanno capire cosa si perde a comprare un libro online e cosa vuol dire fare di una libreria un luogo dove coltivare e condividere passione e amore per i libri, che cessano di essere oggetti da vendere e comprare, e diventano ponti, mediazione, per legami di amicizia tra chi compra e chi vende. Ho voluto esserci al suo funerale per salutarla per l’ultima volta. Cara Luana, libraia del cuore, mi dispiace moltissimo che te ne sei andata così presto ma ogni volta che andrò in libreria so che ti troverò ancora lì perché il ricordo di te è indissolubile con la Ubik e vive oltre la morte. Addio mia giovane e cara amica del cuore, non ti dimenticherò.
(Il Quotidiano del Sud, Rubrica “Io Donna”, 18 ottobre 2024)