di Redazione di RivistaStudio
Del processo Pelicot resteranno l’orrore dei fatti e il coraggio di Gisèle Pelicot. È diventata un simbolo, un’ispirazione per milioni di donne in tutto il mondo. Donne come quelle dell’Australia’s Older Women’s Network, che «in segno di sostegno e gratitudine» hanno regalato a Pelicot una sciarpa, la sciarpa che le abbiamo visto indossare mentre veniva pronunciata la sentenza di condanna al suo ex marito e agli altri cinquanta “Monsieur Tout-le-monde”. «Una sciarpa è come un abbraccio… Ti cinge il collo e sta vicina al cuore», ha spiegato a Bbc Beverly Baker, la presidente dell’Australia’s Older Women’s Network. «Gliel’abbiamo inviata (la sciarpa, ndr) per solidarietà, per dirle che non è da sola, che le donne di tutto il mondo la sostengono».
Pelicot ha indossato questa sciarpa spesso, nei giorni del processo (compreso quello in cui ha fornito la sua testimonianza). La fantasia della sciarpa ritrae delle pozze di acqua salmastra che si trovano in Australia, nella regione di Pilbara: è un luogo-simbolo del popolo Martu, si chiama Wilarra ed è noto per le sue proprietà curative. Sul tessuto della sciarpa è anche raccontata una storia folkloristica, una favola: i protagonisti sono una famiglia di dingo, dei cuccioli che vengono accuditi e tenuti al sicuro dalla luna. Mulyatingki Marney, che questa sciarpa l’ha realizzata, è un’artista aborigena di ottantatré anni che ha voluto così raccontare a Pelicot e al mondo 60mila anni di coraggio e resilienza delle donne indigene, la durezza della vita nel deserto e la violenza della colonizzazione.
Marney fa parte di un gruppo di artisti e artiste, Martumili Artists. Sylvia Wilson, rappresentante di questo gruppo, ha concesso un’intervista all’Australian Broadcasting Corporation in cui spiega che la sciarpa non simboleggia solo la forza di donne che sono sopravvissute a violenze inaudite. «Wilarra è un posto in cui si guarisce», ha detto: che è quello che tutti ci auguriamo per Gisèle Pelicot.
(RivistaStudio, 24 dicembre 2024)