Duccio Facchini
Sofía Gatica, argentina, ha vinto il Goldman Prize, il premio Nobel alternativo per l’ambiente. Un riconoscimento alla lotta per la salute e alla campagna “Stop Spraying”, promossa da Sofía insieme al gruppo delle Madri di Ituzaingò. Una mobilitazione contro l’uso dei pesticidi nelle piantagioni di soia, iniziata per Gatica dopo l’inspiegabile morte della figlia, avvenuta 13 anni fa a tre giorni dalla nasciata
“Tredici anni fa, Sofía Gatica partorì una bambina. Tre giorni dopo, la piccola morì. Decisa a scoprire cosa avesse ucciso sua figlia, Sofía iniziò a parlare con i proprio vicini, a Ituzaingó, comunità di 6mila abitanti nell’Argentina centrale, in una zona agricola circondata di campi di soia. Scoprì così che erano molto diffusi e problemi di salute ritenuti ‘inspiegabili’”. Nel 2012, con queste motivazioni, Sofía Gatica ha vinto il Goldman Environmental Prize 2012 per il Centro e il Sud America.
Il “premio Nobel alternativo per l’ambiente” è un riconoscimento della battaglia che questa “madre coraggio” ha condotto contro le grandi compagnie agrochimiche (tra cui Monsanto). La disegnazione di Sofía riconosce un grande problema dell’Argentina, che è il terzo Paese esportatore di semi di soia al mondo. La produzione comporta l’impiego di milioni di litri di Glifosato, agrotossina chiave nell’irrorazione dei campi per mano di Monsanto, e di Endosulfan, un pesticida altamente tossico che è bandito in 80 Paesi.
“Senza alcuna esperienza e nessuna formazione accademica -si legge nelle motivazioni del Goldman Prize- “Sofìa ha contribuito a fondare il gruppo delle sedici Madri di Ituzaingò, impegnato a chiedere l’interruzione dell’uso indiscriminato di prodotti agrochimici, responsabile dell’avvelenamento delle comunità”.
Attraverso una ricerca condotta casa per casa, incrociando i dati forniti dai residenti, le Madri guidate da Gatica sono riuscite nel corso degli anni a ricostruire la mappa delle ricadute drammatiche dei pesticidi spruzzati. E il dato finale è impressionante: la percentuale di tumori nell’area è pari a 41 volte la media nazionale, così come le difficoltà respiratorie, le malformazioni alla nascita e la mortalità infantile.
Alla luce dei risultati, le Madri di Ituzaingò hanno lanciato la campagna “Stop Spraying”, rivolta alle due grandi multinazionali Monsanto e DuPont. Il prezzo da pagare è stato elevato: nel 2007, Sofía Gatica si è vista puntare in faccia una pistola, con l’invito perentorio di lasciar perdere. Nonostante le minacce, gli insulti e le intimidazioni, Gatica e le Madri ottengono uno straordinario risultato: nel 2008 la presidentessa argentina Cristina Kirchner ordinò al ministero della Salute di condurre un’indagine sull’impatto dei pesticidi utilizzati nella zona di Ituzaingò. L’esito confermò il risultato della ricerca delle Madri. Una conferma che anticipò la più importante vittoria del gruppo guidato da Sofía Gatica: nel 2010 la Corte Suprema ha messo al bando lo spargimento di pesticidi nei pressi di aree popolate, e decise la fondamentale “inversione dell’onere della prova” in merito alla salubrità delle sostanze chimice, che oggi non più a carico dei residenti bensì del Governo e dei produttori.
Grazie all’impegno di Sofía Gatica anche altri località argentine interessate da fenomeni analoghi si sono mobilitate. Motivo per cui la madre di Ituzaingò -insieme alla campagna “Stop Spraying”- si sta battendo per la messa al bando dell’irrorazione aerea dei pesticidi e per la creazione di zone cuscinetto protette dai fitofarmaci.