In questi tempi intensi, lasciamo perdere il senso della misura e affidiamoci al senso dell’umorismo. Molte donne ne hanno una riserva naturale: è giunta l’ora di spenderla e spanderla per il bene di tutti.
Incontro e festa per Sex of humour (Fandango libri) di Pat Carra. Donatella Franchi ne parla con l’autrice.
“Cara Pat
Tu sostieni e lo dimostri attraverso i tuoi lavori che le donne sono il sesso dell’umorismo, (dello humour, l’umorismo sottile, mai sconcio o aggressivo) e che in virtù di questo riescono al nodo tra sesso e potere.
Questo mi ha fatto venire subito in mente Louise Bourgeois, la grande artista che ti ha preceduta in questa operazione, quando negli anni settanta si è fatta fotografare dal famoso fotografo Mapplethorpe con una sua scultura di lattice, piuttosto realistica, a forma di fallo che teneva sotto il braccio. Il suo gesto giocoso e del tutto spiazzante smontava immediatamente il mito della potenza virile, facendone vedere la vulnerabilità. Nel suo gesto c’era gioco e leggerezza, non c’era aggressività, e questo lo rendeva ancora più spiazzante e intelligente, capace di disfare potere.
(Non dimentichiamoci che Louise Bourgeois ha acquistato grandissima fama grazie al movimento delle donne, e quando è diventata celebre aveva già superato i 70 anni.) Il tuo segno esprime modalità diverse di confliggere, è un invito a pensare, non a scontrarsi. Anche quando metti a fuoco tragiche realtà, come l’incomunicabilità tra i due sessi, il tuo segno grafico e il tuo modo di formulare le frasi, (e nel fumetto sono strettamente unite), non perdono mai gentilezza.
Il tuo è un modo di disegnare morbido, arrotondato, mai aguzzo, senza spigoli, crea un segno affettuoso, che secondo me, ti ha condotto naturalmente dalla carta alla stoffa ( Dall’ago alpennello di Franca Zoccoli sulle artiste americane, è il titolo di un testo che parla delle artiste americane del ‘900). Molte artiste contemporanee hanno fatto il processo inverso. Del resto è tipico delle artiste contemporanee lasciarsi trasportare dai materiali più diversi. La libertà nello sperimentare con i materiali, anche con grande spregiudicatezza, è una caratteristica dell’arte creata da donne, basta pensare alle avanguardie femministe degli anni settanta. Ti sei lasciata condurre.
Il segno allora diventa filo, e il filo può diventare segno.
C’è uno scambio, un andirivieni tra il cucire e il disegnare.
Sulle tele compaiono i fumetti disegnati e cuciti, ingigantiti, perché si adattano alla misura della tela, e sulla pagina dei fumetti compaiono le stoffe: sui divani, sui vestiti. Ti sei lasciata condurre dalla nuova materia, la tela e il filo, e da lei hai imparato. Il filo rosso diventa il serpente, uno dei simboli della sessualità femminile…
Le strisce prendono corpo sulle tele e i disegni sulla carta si impreziosiscono di nuovi segni e invenzioni grafiche.
Il passaggio attraverso la corporeità della stoffa è avvenuta con l’idea di trasportare le strisce sulle borse. Allora le tue strisce hanno cominciato a viaggiare nelle città, portate in giro dalle donne che tenevano le borse sulla spalla. L’ho personalmente constatato questa estate. Diverse donne leggevano il fumetto della mia borsa e dimostravano di apprezzarlo.”