Orazio Leggiero
Accade qualche volta di essere contenti e finanche di esultare quando si sbaglia una previsione. E’ accaduto a me la mattina del 13 febbraio, a Bari, quando mi sono trovato di fronte al serpentone composito e variopinto della manifestazione Se non ora, quando? “Non è possibile!”, ho esclamato stupito e incredulo. “Ma guarda, ci sono anche tantissimi uomini”. Ed è proprio qui che si giocava la scommessa: sulla presenza maschile.
Finalmente gli uomini sono scesi dal marciapiede! Che vuol dire? Ve lo racconto rievocando una manifestazione femminista degli anni Settanta a Roma. A quel tempo, quando le donne manifestavano portando gli indici e i pollici verso l’alto per rappresentare simbolicamente la vagina, gli uomini erano fermi sui marciapiedi e osservavano tra il divertito e il perplesso. Uno slogan scandiva: “Maschi, non state lì a guardare, andate a casa ché ci sono i piatti da lavare!”. Solo pochi avevano il coraggio di scendere dal marciapiede guadagnando furtivamente la coda del corteo.
Ma una volta rischiammo il linciaggio per davvero. Fu quando, di rimando ad uno slogan delle femministe più radicali, “col dito col dito l’orgasmo è garantito”, uno sparuto gruppetto di uomini ebbe l’ardire di rispondere, “col cazzo col cazzo è tutto un altro andazzo”.
Ho voluto ricordare questa piccola storia non solo per un piacere personale (allora ero un giovane traboccante di sogni e di miraggi!), ma anche per ricordare quanta strada abbiamo percorso lungo i pur difficili e tortuosi sentieri del progresso e della emancipazione. E’ facile, ancor più di questi tempi, lasciarsi prendere dallo sgomento, dalla paura di perdere gran parte di quanto faticosamente conquistato con le lotte nei decenni trascorsi. Ma la storia, a dispetto dei corsi e ricorsi, non torna mai indietro.
La presenza così massiccia di uomini nelle 230 piazze d’Italia racconta di una consapevolezza tutta nuova che finalmente si fa strada in questa metà del cielo. Certo, molti uomini erano presenti unicamente per gridare la cacciata del Caimano, ma voglio credere che molti di noi fossero lì, al fianco delle donne, per rompere un silenzio antico, che ci ha impedito di comprendere quanto gli stereotipi del patriarcato siano per noi una prigione di cui liberarci per riscoprire la nostra libertà, le nostre emozioni, la paternità, il nostro corpo, in una parola per riappropriarci del nostro Desiderio.
Pensiamo davvero che nelle notti di Arcore si celebrasse il sogno erotico maschile? O non è vero, piuttosto, che in quell’antro si consumasse il solo godimento fallico, vero tarlo della psicologia maschile, che in quanto tale esclude i legami evitando accuratamente il rischio del desiderio e dell’amore?
Cito uno stralcio della lettera “da uomo a uomo”, scritta dall’associazione nazionale MaschilePlurale in occasione della giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne: “Quando assisto all’ostentazione di chi usa soldi e potere per disporre delle donne, sento che quell’ostentazione è misera, squallida ed anche triste. Sono secoli che gli uomini comprano, impongono, ricattano e scambiano sesso per un posto di lavoro o per denaro. La novità sta nel vantarsene strizzando l’occhio agli altri uomini in cerca di complicità. Non ci stiamo, e non per invidia o moralismo. Al potere preferiamo la libertà, la libertà di incontrare il desiderio libero delle donne, ed eventualmente il loro rifiuto”.
Quando riusciremo a comprendere che il nostro desiderio di uomini può incontrarsi soltanto con la libertà delle donne, potremo finalmente donare loro rispetto e amicizia.
Orazio Leggiero Associazione nazionale MaschilePlurale
Gruppo Uomini in gioco, Bari