“In fondo, disse Sandra, siamo tutte vicine di casa. È stata una illuminazione.” Così Luana Zanella ha raccontato a Via Dogana (n. 10/11, 1993) la nascita dell’associazione “Le Vicine di casa”, nel 1991. L’oro che le Vicine oggi ci offrono è “una pratica che rende umana la città”, inventata da donne di un rione alla periferia di Mestre per affrontare vecchi e nuovi problemi, come l’arrivo di profughi dalla ex Yugoslavia di cui si parla in Mestre città di frontiera. Tra desiderio di accoglienza e inquietudini per le nuove povertà (Comune di Venezia, 1995). L’attenzione per quello che fanno e dicono le Vicine di casa è andato crescendo anche da parte della stampa, da l’Unità a Famiglia Cristiana, tanto che la prima edizione di L’oro delle Vicine di casa (Comune di Venezia, 1997) si è rapidamente esaurita. Questa nuova edizione nei Quaderni di Via Dogana contiene parte dei testi già pubblicati più alcuni scritti inediti, che testimoniano l’estendersi di una pratica della città che ha ormai trovato nelle Vicine di casa la sua figura simbolica.
Una pratica che rende umana la città