21 Gennaio 2005

“Un’ora sola ti vorrei” di Alina Marazzi

Letizia Artoni

“Un’ora sola ti vorrei” è il titolo di un bel film documentario presentato al Festival del Cinema di Locarno nel 2002 e da poco disponibile in dvd la cui autrice, Alina Marazzi , è qui alla sua prima regia.
Dalle notizie reperibili in rete sappiamo che è arrivata a questa prova dopo aver lavorato ad alcuni documentari televisivi a sfondo sociale e come aiuto-regista di Giuseppe Piccioni nei film Fuori dal mondo e Luce dei miei occhi, film che segneranno soprattutto il suo più recente lavoro ‘Per sempre’.
Il film è un viaggio nella memoria personale e collettiva intrapreso dalla regista per avvicinarsi alla madre Liseli, scomparsa prematuramente, dopo una lunga malattia ‘esistenziale’ e da lei conosciuta bambina. Un film delicato realizzato utilizzando l’ abbondante materiale biografico ricavato dai filmini del nonno custoditi ‘nell’ armadio di famiglia’, dai diari e dalle lettere scritte dalla madre, e dalle cartelle cliniche che ci descrivono la sua malattia.
Liseli Marazzi Hoepli, nasce nel giugno del 1938, ‘in una giornata a cielo sereno, con vento’… e ‘in quello che poteva essere un mondo da favola’ ma dal quale si è sentita invece schiacciata. Una madre bella e perfetta, un padre esigente, un marito buono e innamorato, due figli amati, la giovane età, tanta voglia e gioia di vivere ma anche un profondo senso di inadeguatezza su tutto che l’accompagna fino alla fine.
E’ un percorso quasi terapeutico’, quello intrapreso da Alina Marazzi, nato dal bisogno di ricostruire una parte di sè dimenticata, di mettere a fuoco un volto annebbiato nel ricordo, affrontato con timore e passione, e da cui emerge un affettuoso e coinvolgente ritratto di donna.
Dice la regista di aver iniziato questo lavoro con le idee abbastanza confuse, consapevole solo della propria esigenza di sapere, di essersi fidata di un’amica , la montatrice del film, e data come unica regola la massima libertà nello scegliere come e se ‘affondare il più profondamente possibile nei sentimenti’ , e di essere stata alla fine travolta da una gran quantità di emozioni e di bellezza.
‘Come per magia, in un attimo, quella misteriosa e sconosciuta persona proiettata sullo schermo davanti a me era come se fosse viva. In un secondo ero catapultata nel passato, all’epoca in cui viveva mia madre conosciuta poco e molto dimenticata’.
Parole importanti, dette a conferma di immagini che non lasciano dubbi su legame che si stabilisce tra loro, a distanza di anni da un evento che avrebbe potuto separarle e che invece le riavvicina.

Fino a sentirla ‘amica’.


Letizia Artoni

‘Un’ora sola ti vorrei’ è la canzone cantata dalla madre al ritorno da un viaggio, un’ora è la durata del film.
Uscita nel 1938, fu considerata irriverente dal regime fascista. Come altri brani dell’epoca, le sue parole si prestavano a un doppio senso riferito al Duce. Da allora ha praticamente accompagnato tute le generazioni riproposta in numerose cover. Tra le interpreti Ornella Vanoni e Giorgia.

La Dolmen Home Video è la casa di distribuzione.

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