María Milagros Rivera Garretas
Chiedo agli uomini che hanno conosciuto qualche volta l’amore – e sono molti perché senza amore non sarebbero vivi – di pensare tra loro un uomo nuovo: un uomo non violento, un modo di essere uomo che riconosceranno tra quelli che già ci sono e decideranno come sarà. Solo questo può rendere impensabile la violenza contro le donne: impensabile come è impensabile oggi il cannibalismo. Perché l’accumularsi di omicidi in Spagna nei primi due mesi dell’anno – diciassette alla fine di febbraio oltre a un numero indeterminato di donne gravemente ferite – mostra decisamente che gli uomini sono responsabili come sesso e come cultura. La cultura, storicamente maschile, di risolvere mediante una legge sta fallendo. La legge attuale vale perché ha preso nota che la differenza sessuale esiste e perché, indubbiamente, aiuta a lenire alcune delle conseguenze della violenza. Ma non la evita. È questo il suo fallimento.
Se sono uomini gli aggressori, sono loro quelli che possono pensare come smettere di esserlo. So che, in confronto alle donne, gli uomini hanno poca esperienza di mettersi in discussione, anche quelli che ne sanno molto di mettere tutto in discussione. Ma so anche che si trovano in un momento storico critico perché, non essendosi quasi interrogati sul loro essere uomini durante gli ultimi quarant’anni, la maniera di esserlo della maggior parte di loro è rimasta indietro rispetto al presente. Lia Cigarini ha recentemente scritto su una rivista di politica di Milano (Via Dogana) che la crisi della democrazia rappresentativa è molto legata all’assenza di pratica politica e di pensiero maschile libero sul modo di essere uomo oggi, quando il successo della rivoluzione del femminismo è visibile in tutti gli ambiti della vita sociale. È evidente che se noi donne siamo cambiate profondamente grazie all’autocoscienza, e gli uomini sono rimasti dove stavano tempo fa, senza elaborare il loro senso della mascolinità in un mondo ormai trasformato, la convivenza di donne e uomini in casa non può non essere insostenibile.
Essendo una donna, io non so cosa sia essere un uomo. Però posso dire che vedo le loro vite imprigionate dalla dialettica. Sono dialettici nel loro lavoro, definito dalla lotta e dalla competitività, sono dialettici nel loro ozio, definito da sport dedicati a eliminare avversari, sono dialettici nella loro politica, definita dalla contrapposizione di forze e ragioni. Ma succede che oltre la dialettica – non contro – ci sia la vita. E questo noi donne lo sappiamo. Qui – penso – è il nodo del mancato incontro tra i sessi. Un mancato incontro che è di coppia e di civiltà.
Nota: María-Milagros Rivera Garretas è ricercatrice di Duoda Centre de Recerca de Dones e cattedratica dell’Università di Barcellona. L’articolo, scritto per una rivista spagnola che non l’ha pubblicato, si trova nel sito www.ub.es/duoda
Traduzione di Clara Jourdan.