Chiara Martucci
Daniele Bouchard
Donne e uomini: la fatica del dialogo tra i generi.
Cosa fanno 13 uomini e 12 donne riuniti per tre giorni di fine estate al Castello dei Sorci nella poetica città di Anghiari (Arezzo)? A dispetto di quanto possano immaginare le menti più maliziose, questo manipolo di volenterosi/e si è riunito alla Libera Università dell’Autobiografia per dare vita per il secondo anno a un Laboratorio sui Generi.
Ovvero per riflettere, insieme, sulle trasformazioni del genere maschile e di quello femminile e delle relazioni fra essi. Si sono trovati, non a caso nella città dell’autobiografia, per mettersi in gioco a partire dalle proprie storie ed esperienze e provare ad elaborarle collettivamente alla ricerca di nuovi codici di comunicazione e interazione fra uomini e donne. Con l’ambizione, certamente naïf ma nondimeno sentita, di rendere migliore il mondo cominciando col migliorare il proprio personale stare nel genere di appartenenza e la propria relazione con l’altro sesso.
Patrimonio comune alle esperienze dei e delle presenti sono infatti le pratiche e le teorie femministe: il celebre partire da sé come punto di partenza, l’autonarrazione condivisa come pratica, le letture sulla decostruzione dei significati tradizionalmente attribuiti al maschile e al femminile e le riflessioni sulla differenza sessuale come strumenti nella cassetta degli attrezzi.
Tema: Seduzione e potere. Potere della seduzione e seduzione del potere. Come si declina la tensione fra questi piani nelle relazioni fra i due generi? Come si giocano gli stereotipi e quali sono i nessi che legano le due dimensioni nello spazio pubblico e in quello privato? E, ancora, come agisce nelle nostre nuove relazioni politiche il vecchio tabù del sesso (e lo spettro del rifiuto che porta con sé)?
Tre giorni per lavorare su tutto ciò (e su molto altro), alternando momenti di discussione assembleare misti, spazi di riflessione omogenei per genere, scritture individuali e a coppie uomo/donna e giochi con il corpo (quelle cosine che paiono innocue e che invece stravolgono gli equilibri difficilmente messi insieme in una vita!). Proprio questo, quello corporeo, si è dimostrato il piano più problematico da affrontare quando uomini e donne si mettono in gioco in relazioni di senso, quando si cimentano in pratiche che fanno dei vissuti e delle esperienze la materia di un lavoro politico di riflessione ed elaborazione collettiva e individuale.
Disagio, paure, sospetti, fraintendimenti, dinamiche corporative, luoghi comuni e sfottò sono sempre dietro l’angolo quando si è alla ricerca di nuove forme di autenticità nel rapporto fra uomini e donne. E non stupisce, visto che si devono fare i conti con millenni di stratificazione di usi, costumi ed abitudini troppo frettolosamente date per superate cercando di tenere contemporaneamente conto delle straordinarie trasformazioni che nel frattempo sono effettivamente avvenute e che hanno investito le forme della politica, i codici culturali dominanti, lo statuto dei saperi tradizionali, la sfera pubblica e quella privata di ognuna ed ognuno.
Tre giorni che non resteranno senza un seguito: le/i partecipanti oltre a riconvocarsi per il prossimo anno ad Anghiari per il terzo Laboratorio sui Generi, hanno progettato una serie di occasioni di incontro per proseguire il dialogo durante l’anno. Tra le proposte, una giornata di lavoro a Milano, un Simposio a Maggio e la prosecuzione del dibattito sul sito che ci sta gentilmente ospitando: www.libreriadelledonne.it/Stanze/CostolaPomo/.
Anche al di là dell’appuntamento annuale di Anghiari il gruppo di lavoro “Sui Generi/s” si propone come uno spazio aperto di riflessione e comunicazione tra donne e uomini che, consapevoli della propria parzialità, coltivano la loro voglia di misurarsi in un confronto che non occulti ma riconosca l’appartenenza di genere di ciascuna e ciascuno, nel quale il conflitto non sia un ostacolo ma una risorsa del dialogo. Se gli uomini hanno sempre pensato e nominato se stessi, le donne e il mondo facendo del proprio punto di vista l’universale; se a un certo punto le donne si sono separate per rinominare il mondo e se stesse mettendo al centro le proprie soggettività; se, stimolati dalle donne, alcuni uomini hanno dato inizio ad un percorso di scoperta critica della propria parzialità di genere, forse ora è arrivato il momento di ritrovarsi per cominciare a pensare e pensarsi insieme fra uomini e donne, per iniziare ad attraversare le frontiere e mettere le fondamenta di un mondo consapevolmente sessuato.