Negli
ultimi 10 anni quasi mille persone sono state uccise in contrasti di coppia. Lo
scrive il quotidiano gratuito Metro che riporta i dati di una ricerca presentata
dall'associazione Ex, un centro on-line per l'assistenza delle coppie separate
che si batte per far approvare la legge a favore dell'affidamento condiviso. L'articolo,
uscito il 16/9, spiega che nell'ultimo decennio sono state 976 le vittime della
violenza legata a contrasti di coppia di cui 487 donne, 331 uomini e 158 minori
(non meglio specificati). Non dice di che sesso sono gli autori dei delitti, ma
il dato è disponibile sul sito dell'associazione Ex, dove si può
scaricare una tabella riepilogativa dal titolo: "Monitoraggio dei fatti di
sangue maturati in seguito a separazioni, divorzi, cessazioni di convivenza e
minori contesi - Gennaio 1994 - giugno 2004". Da li si apprende che secondo
questa ricerca gli autori dei delitti sono stati 76,6% uomini, 23% donne, 0,4%
minori (sesso non specificato). Sono un uomo di quarant'anni con un figlio
di quasi quattro mesi e ho sempre seguito con attenzione questo tipo di fatti
di cronaca. Quasi sempre si tratta di uomini che uccidono una donna (e chi le
sta vicino, il nuovo compagno, i famigliari, i figli) perché non si rassegnano
a stare senza di lei, o meglio non sopportano che mentre lui soffre, lei si è
rifatta una vita: ferito nell'orgoglio e nell'identità maschile. Infatti,
come molti si saranno accorti, dall'inizio del femminismo, nato con il movimento
del '68, ad oggi, le donne sono cambiate, quasi sempre lavorano, sono indipendenti,
hanno desiderio di libertà, di protagonismo e non accettano più
di fare le fedeli subalterne dell'uomo. Davanti a questo cambiamento globale della
società femminile (recentemente è stata pubblicata una ricerca sulla
violenza famigliare in tutta Europa, dove la situazione è analoga, anzi
peggiore nei paesi nordici) non si registra un cambiamento analogo nella società
maschile che stenta ad adeguarsi alla nuova realtà. Ecco, secondo me è
da questo che nascono i delitti di cui sopra, da un disagio maschile che porta
alla disperazione e non da un diritto di famiglia che penalizza una parte o l'altra.
Infatti nei paesi nordici, che hanno un diritto di famiglia anche più avanzato
del nostro, i delitti di questo tipo sono di più. Senza entrare nel
merito del cavallo di battaglia dell'associazione Ex, che chiede e lotta per ottenere
una legge a favore dell'affidamento condiviso (per me l'affidamento dovrebbe andare
a chi convive coi figli), mi sento di chiedere loro; siete sicuri che per risolvere
i problemi di relazione tra uomo e donna, il codice civile o penale sia lo strumento
giusto? Io non avrei questa fede cieca nel potere delle leggi, ma cercherei piuttosto
di migliorare la mia capacità di uomo ad avere relazioni con donne per
saper sostenere lo scambio con l'altro sesso - che è cambiato - e la mia
competenza di genitore che oltre a essere necessaria nella vita famigliare è
quella che poi mi permette di contrattare un affidamento in caso di separazione.
Stefano Sarfati
Nahmad postaingioco@libreriadelledonne.it
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