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Quindici
anni fa, nel giugno del 1991, è uscito il primo numero di Via Dogana,
la rivista della Libreria delle donne di Milano, che si è aperta
più di trent'anni fa, il 15 ottobre 1975. Tanto per dire che non
siamo effimere, ma contingenti sì che lo siamo, perché la
politica lo è (e Via Dogana è una rivista di politica, politica
delle donne che non esclude gli uomini). Che cosa vuol dire? Che l'essenziale
è sempre in gioco e che si tratta di tradurre quello che c'è
e che capita per necessità o per caso, in una possibilità
di esistenza libera, mirando non alla conquista del potere ma al poter
essere e agire liberamente nella convivenza.
La rivista continuerà a uscire, quattro numeri all'anno, e a pubblicare
i Quaderni di approfondimento. Succedono cose che ci danno più
di una ragione di esistere. Ségolène Royal vince alla grande
le primarie per la presidenza della repubblica francese e dice a quelli
che l'hanno votata: "Scegliendo una donna avete fatto un atto rivoluzionario".
L'università La Sapienza di Roma ospiterà nel 2007 una conferenza
internazionale con questa premessa: "quello che è successo
negli ultimi trent'anni rappresenta una svolta epocale nel corso della
storia umana". Che cosa sarebbe? Che "le donne hanno cominciato
a entrare a far parte della cerchia di coloro che decidono i destini della
cosa pubblica"
Si comincia dunque a sapere che è capitato qualcosa di grande e
a cercare come dirlo e quali conseguenze trarne. Va bene, benissimo. Noi
però sappiamo che il cambiamento, se riguarda la libertà
femminile e non la spartizione del potere, si sviluppa con la presa di
coscienza e questa ha la stessa natura del fuoco, si accende, si alimenta
e non diventa possesso. Da questo punto di vista, anche la retorica della
"svolta epocale" può fare ingombro. Davanti al protagonismo
appariscente di alcune come a quello diffuso e crescente di molte, specialmente
nel lavoro e nella tessitura della convivenza, davanti al perdurante silenzio
di moltissime, il criterio per noi è sempre uno, che ci sia libertà
e parola di donna in prima persona, che sia lei a dire, che sia lei a
decidere e non altre o altri al suo posto. (Invece del Parlamento, chi
vuole governare, secondo noi, dovrebbe aprire un Ascoltamento.) Questa
concezione della politica, favorire il protagonismo delle persone singole,
in questi anni non ha fatto che guadagnare terreno ma ha contro di sé,
da una parte il potere economico che usa i desideri per i suoi interessi
deformando la voglia di protagonismo, e dall'altra la logica del potere
politico che strumentalizza le relazioni e pretende di chiamarsi "realismo".
Insomma, si continua con Via Dogana e si raccolgono abbonamenti, che sono
in pratica la sua fonte di finanziamento. Vi ricordiamo che ogni numero
della rivista prende avvio da un incontro aperto, la cosiddetta redazione
allargata, le cui date si può conoscere contattando Clara Jourdan,
c.jourdan@tiscalinet.it
Annarosa Buttarelli, Luisa Muraro e le altre della redazione
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L'abbonamento
a VIA DOGANA
è annuale, per anno solare: la rivista esce in marzo, giugno,
settembre, dicembre.
Costa in Italia €25, negli altri paesi €35,
e non è proibito dare di più.
Ci si può
abbonare utilizzando il c/c postale 26601203 intestato
a:
CIRCOLO COOP. DELLE DONNE SIBILLA ALERAMO - Via Pietro Calvi, 29 –
20129 MILANO;
oppure con bonifico
dall'Italia: Circolo Coop. delle Donne S. Aleramo Monte Paschi Siena
ag.3, Via Mazzini, 7, Milano - C/C 8960.57
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Mazzini, 7, Milano C/C 8960.57
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