Daniela Padoan "Ci chiamavano le pazze, e qualcuno pensava che fosse un'offesa. Certo, ci mettevano dentro tutti i giovedì, e noi ritornavamo. Ma noi sapevamo di essere pazze d'amore, pazze dal desiderio di ritrovare i nostri figli Abbiamo rovesciato il significato dell'insulto di quegli assassini. A volte sono proprio i pazzi, insieme ai bambini, quelli che dicono la verità." Dopo il golpe del 24 marzo 1976, le Madri argentine di Plaza de Mayo ebbero il coraggio di sfidare la dittatura, decise a ritrovare i figli scomparsi. Solo in seguito seppero che i militari avevano sequestrato e ucciso trentamila oppositori politici, ragazzi e ragazze torturati nei campi di concentramento clandestini disseminati nell'intero paese, gettati in mare con i "voli della morte". Furono le porte che si videro chiudere in faccia nei tribunali, nelle chiese, nei commissariati, a dar loro la misura del potere che le soverchiava e a spingerle in quella Palza de Mayo dove avrebbero dato vita alla storica marcia che da ventotto anni continua ancora oggi, ogni giovedì. La grande fama che hanno conquistato nel mondo con il loro coraggio non le ha cambiate: Madri non più dei singoli figli ma simbolicamente di tutti i trentamila desaparecidos, non hanno smesso di fare della maternità un potere irrevocabile, capace di generare sogni, progetti, relazioni, in una straordinaria indicazione di pratica politica che va ben oltre la storia argentina. |
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Daniela Padoan, collabora con il Manifesto e con Via Dogana; ha lavorato come autrice per Rai Educational e per diverse trasmissioni radiofoniche RadioRai. Tra i suoi libri Come una rana d'inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz (Bompiani 2004). Ha curato nel 2001 Un'eredità senza testamento. Inchiesta di "Fempres" sui femminismi di fine secolo (I Quaderni di Via Dogana) e nel 2003 Il cuore nella scrittura. Poesie e racconti della Madres de Plaza de Mayo. |
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