Paola De Carolis
Reni più piccoli del normale, anomalie nel sangue che fanno pensare a un serio attacco al sistema immunitario, possibilmente a un tumore. E’ la prova che alcuni alimenti geneticamente modificati ( Ogm) possono a lungo termine essere nocivi all’ organismo? Se lo chiede il giornale britannico Independent on Sunday pubblicando stralci di un rapporto segreto preparato per il gruppo Monsanto su un tipo di mais ogm che potrebbe presto essere introdotto sul mercato europeo. I topi di laboratorio alimentati con Mon 863, un mais cui è stata aggiunta una tossina per renderlo più resistente, hanno mostrato di avere problemi fisici che secondo diversi esperti sono « estremamente preoccupanti » . « Sono risultati che sembrano indicare un grosso problema al sistema immunitario – ha detto all’ Independent Malcolm Hooper, docente di chimica all’ università di Sunderland – . Se avessi dati come questi davanti a me concluderei che assolutamente non si può dare il nullaosta affinché questo prodotto arrivi ai consumatori » . Ugualmente allarmato Michael Antoniu, professore di genetica molecolare alla scuola di medicina del Guy’ s Hospital di Londra: « Da un punto di vista medico – ha detto – questi risultati sono estremamente preoccupanti. Sono rimasto molto sorpreso dalla quantità di anomalie rilevate » . Per la Monsanto, che non vuole rendere pubblico il rapporto perché « contiene informazioni commerciali riservate che potrebbero essere utilizzate dalla concorrenza » , nei risultati dello studio, lungo 1.139 pagine, non c’ è nulla di sorprendente. Le anomalie nei topi, ha detto un portavoce all’ Independent on Sunday , non hanno significato e rispecchiano le normali variazioni all’ interno di un gruppo di tale entità. « Se veramente sono tanti gli esperti che hanno dubbi sulla credibilità dei nostri studi avrebbero dovuto esprimerli alle autorità competenti. Dopotutto il Mon 863 non è nuovo. Nove organizzazioni mondiali, dal 2003 ad oggi, lo hanno definito sicuro quanto il mais convenzionale » . Venerdì scorso Gran Bretagna e nove altri paesi europei hanno votato a favore dell’ introduzione del mais transgenico, sen za però che sia stato raggiunto il quorum necessario per assicurare luce verde. Secondo l’ Independent on Sunday , diversi esponenti del governo sono « talmente preoccupati dai ritrovamenti che hanno chiesto ulteriori informazioni » . Il giornale cita anche Beatrix Tappeser, consulente del governo tedesco sugli ogm, secondo la quale « andrebbero svolte altre verifiche per avere la coscienza a posto » . L’ Europa rimane uno dei principali ostacoli alla diffusione degli ogm, un mercato che globalmente vale secondo gli esperti circa 4,2 miliardi di euro l’ anno. Nei paesi Ue l’ opposizione non accenna a diminuire. Stando a una conferenza organizzata la settimana scorsa al Parlamento di Bruxelles dall’ Assemblea delle Regioni d’ Europa, sono una su tre le Regioni che chiedono di restare « ogm free » . Negli Usa la situazione non potrebbe essere più diversa. Secondo alcune stime il 75% dei cibi pronti sul mercato statunitense contiene ingredienti transgenici. Il primo grosso allarme in Europa sulla sicurezza degli ogm era giunto nell’ agosto del 1998, quando Arpad Pusztai, del prestigioso Rowett Research Institute di Aberdeen, in Scozia, aveva annunciato che topi nutriti con patate geneticamente modificate avevano riportato problemi al sistema immunitario e accusato un rallentamento della crescita. Era un momento molto delicato per il governo di Tony Blair, che stava cercando di dare al Regno Unito un ruolo portante nella rivoluzione delle biotecnologie. Sembra che due telefonate da Downing Street siano bastate a costringere al silenzio Pusztai, nonché a rovinare la sua carriera.