Carissimi tutti,
ieri mi hanno telefonato dall’attacco pieni di entusiasmo perchè sembrava
che il maestro unico fosse rientrato, ho subito chiarito che non era vero.
L’intervista a me e ad altri è passata oggi sul giornale ed è
sufficentemente fedele a una piccola parte di quello che avevo detto. Ma
sono ancora ancora carica e vi scrivo per esprimere meglio la mia rabbia.
Ho dovuto spegnere diversi entusiasmi, ho dovuto dire a colleghe e amici,
che in fretta si erano entusiasmati per il passo indietro della gelmini, che
bisognava andarci più che cauti e che ciò che viene distrutto e su cui non
torneranno indietro è proprio il modulo che tanto abbiamo difeso in questi
anni nella nostra scuola e nelle scuole sopratutto del sud.
Scusate la franchezza ma resta chiaro che l’intenzione è quella di
distruggere la scuola pubblica, fare sì che il sapere diventi piccola cosa,
propinabile in pacchetti, sufficienti 24 ore settimanali. Ricordo che sono
una menzogna anche le 24 ore perché in esse sono da considerare le 2 ore di
religione obbligatorie a settimana e probabilmente l’ora di inglese. Cosa
resta?
Si vuole distruggere il modulo, la fucina di confronto, di relazione per
eccellenza, la parità tra insegnanti, la condivisione e la corresponsabilità
nei confronti degli alunni e della valutazione degli apprendimenti. La
gelmini lo dice chiaramente nell’intervista allla stampa, non è abolito
l’insegnante unico, vale a dire colui o meglio colei che ha la
responsabilità della classe, altri insegnanti sono satelliti che ruotano
intorno, anche quando l’orario è superiore alle 24, anche fino alle 40 del
tempo pieno, abolite del tutto le ore di compresenza e di confronto, che già
ridotte al minimo, attualmente equivalgono ad un’ora a classe per
insegnante.
Un’ora preziosissima in cui ti dai da fare a colmare vuoti, per stare vicino
a chi ha bisogno di più tempo,a chi, per capacità piuttosto elevate, cerchi
di presentare problemi più complessi per non farlo annoiare; un’ora per
parlare con la collega della bambina che senti strana da qualche giorno e
che forse lei ha saputo interpretare meglio di te, per preparare un
passaggio di apprendimento in forma laboratoriale perché le intelligenze
sono multiple e per alcuni non basta la parola per comprendere, per
organizzare un lavoro più complesso, per aiutare la collega in alcuni
passaggi, spesso per sostituire i colleghi assenti e offrire ad alunni di
classi non tue una presenza comunque qualificata, per non scioglire il
gruppo classe e mandare i bambini sparpagliati in altre classi per tante
ore.
Un’ora per tamponare tutte le emergenze, le fotocopie che devi farti da sola
perché magari manca il bidello; organizzare un’uscita, parlare con i
genitori, scambiare una poesia, suggerire un libro a una collega.
Parlare con i colleghi che come te hanno attraversato tante stagioni e tante
riforme, con cui continui ad adattare e piegare le teorie alle difficoltà di
ogni giorno, alla vita nel suo pulsare e sorprendere, per passione, solo per
passione. Passione verso una scuola che ha tenuto perché gli insegnanti
hanno continuamente adottato il modo di programmare, di organizzare il
lavoro, di affrontare modelli di valutazione a volte veramente assurdi,
perchè non mortificassero i corpi e le menti degli studenti.
Scusate lo sfogo!!! Ma mi è sembrato che in giro ci fosse voglia di non
occuparsi più di scuola!!!Un oscillare tra “a che serve lottare, i giochi
sono fatti!” e l’attuale “va bene, è tutto rientrato!”
Non è il momento di tirare sospiri di sollievo anche se è più comodo, anche
se dobbiamo pensare positivo perché è Natale e magari se ci deprimiamo
consumiamo meno e questo non fa bene al paese.
Buon Natale povera scuola pubblica,
Buon Natale a tutti.
Donata