Caro manifesto , a me non dispiace che si dia ascolto alle ragioni di chi è distante dalle posizioni di sinistra, ma l’intervista a Marco Rossi Doria “Sì al maestro unico” di domenica è l’esempio sbagliato di quello che ho in mente. L’intervistato dice e non dice, un colpo alla botte e uno al cerchio, nessun taglio netto, solo luoghi comuni (tipo: più risorse alla scuola). Quanto agli argomenti che porta, li trovo scarsi. Due sono gli argomenti forti che io ho ascoltato contro la pseudoriforma Gelmini sul punto del maestro unico: 1. la didattica dell’insegnamento elementare non è elementare e domanda una preparazione che conviene affidare a più insegnanti; 2. è stupido e sbagliato voler cambiare le cose che stanno andando bene, com’è il caso della scuola elementare. Rossi Doria conosce gli argomenti e sembra d’accordo con essi. Allora, che cosa lo inclina verso la posizione dell’inesperta quanto invadente ministra della scuola? Questo è l’argomento di Rossi Doria: “ritengo più rassicurante per un bambino una figura unica”. Per quello che io so e che innumerevoli altre persone sanno, dai comuni genitori ai migliori pedagogisti, questa tesi, nel suo semplicismo, è sbagliata: quello di cui una bambina, o un bambino, ha bisogno è la continuità, non l’unicità; quello che chiede soprattutto è che le persone adulte che si occupano di lei/lui vadano fra loro d’accordo; quello che può utilmente imparare, dall’età di sei anni, è una certa pluralità di riferimenti. Restano tante altre cose da dire: io mi fermo per chiedere alle maestre di prendere loro la parola, come hanno già cominciato a fare. Senza scoraggiarsi, si facciano sentire, nella maniera più semplice, scrivendo lettere ai giornali con i loro argomenti, le loro esperienze, le loro prese di posizioni. E per chiedere, in generale, di non lasciar sole le maestre, che hanno il merito grandissimo di tenere alta la qualità della scuola pubblica elementare
Luisa Muraro
24 Settembre 2008
il manifesto