Orsola Casagrande
Trenta minuti di domande. La commissione Usa vuole capire che cosa sta realmente accadendo a Vicenza. Ieri la consigliera comunale Cinzia Bottene è stata ascoltata dalla commissione Usa che dovrà decidere tra l’altro anche dei finanziamenti per la costruzione della nuova base militare al Dal Molin. Bottene ha avuto modo di esporre le numerose contrarietà legate al progetto. Grande impressione, ha rilevato la consigliera comunale, hanno destato in particolare alcuni punti della relazione, per esempio la vista della foto che riguarda l’area destinata alla nuova base e le foto della falda acquifera. I deputati hanno ammesso di non avere realizzato in precedenza che la base militare verrebbe costruita praticamente in città, cosa inconcepibile e inammissibile negli stessi Usa. Molto scalpore ha destato anche il fatto che manchi la valutazione di impatto ambientale che anche negli Usa, assolutamente obbligatoria anche negli Stati uniti. Il presidente a nome della commissione ha dato disposizioni di contattare il Pentagono per sapere se le oggettive ragioni illustrate erano state prese in considerazione e che spazio c’è per un’eventuale riconsiderazione del progetto. Cinzia Bottene ha affermato che si tratta di «un grande risultato, frutto di tre anni determinata opposizione e guardiamo fiduciosi alle decisioni che verranno prese». Interessante ancora una volta notare come le relazioni dirette con gli Stati uniti siano state allacciate e portate avanti soprattutto dalle donne. Una delle novità del movimento no Dal Molin è stata proprio quella della determinazione delle donne che oltre ad avere un proprio spazio anche all’interno del presidio sono state portatrici anche di un nuovo modo di «fare» politica.
Intanto mercoledì sera si è svolto un campeggio anomalo a Vicenza. Centocinquanta persone hanno infatti piantato le loro tende di fronte alla caserma Ederle. L’iniziativa era stata lanciata per sostenere la delegazione vicentina che ieri è stata ascoltata dalla commissione Appropriations Subcommittee on Military Construction, Veterans Affairs and Related Agencies della Camera del Congresso degli Stati uniti. «Siamo qui – hanno detto i manifestanti – per passare la notte nelle nostre tende e difendere il territorio vicentino dall’espansionismo statunitense che vorrebbe militarizzare l’intera città; vogliamo restarci fino a domani, quando la nostra delegazione sarà ascoltata da una commissione del Congresso statunitense dove esporremo le nostre ragioni». Perché da mercoledì sera si è aperta «una nuova campagna di mobilitazione contro la base statunitense», hanno detto i no Dal Molin. Ieri, mentre la delegazione veniva ascoltata negli Usa, i no Dal Molin hanno diffuso l’appello per la manifestazione nazionale del 4 luglio. Che sarà preceduta da una serie di altre iniziative. I no Dal Molin invitano tutte e tutti a Vicenza alla vigilia del G8 e dell’arrivo in Italia del presidente Obama.