Incontro a Salzano (VE) del 3 Febbraio 2013
di Marco Deriu
Oltre l’impegno con Maschile Plurale, io sono da anni impegnato nell’Associazione per la Decrescita. Negli ultimi due anni in particolare ho lavorato sulla “decrescita”, soprattutto per costruire la terza conferenza internazionale sulla decrescita per la sostenibilità ecologica e l’equità sociale (Venezia, 19-23 settembre 2012). Ho sperimentato la pratica di costruire l’evento insieme a tante altre soggettività. Per me la conferenza di Venezia sulla decrescita è stata una grande esperienza di rapporti con realtà differenti. Tutto era pensato e vissuto da me in base al senso della differenza e alla mia esperienza di confronto con il femminismo.
Sento che queste cose – decrescita, ecologia, sostenibilità, riconoscimento delle differenze tra uomini e donne – vanno tenute assieme e vanno costruiti dei ponti. Per me non è stato facile in questi due anni, perché l’universo della decrescita non ha radicato in sé una riflessione legata alla differenza e non sempre c’è attenzione alle pratiche di relazione; anche se la decrescita ha senz’altro più di altri movimenti posto al centro lo stile di vita e certamente molte parole, pratiche e modalità del movimento sono debitrici del femminismo. Al suo interno ci sono molti percorsi e filoni di esperienze: non violenza, ecologia, eco-femminismo, rapporti nord/sud, lavoro di cura, economia solidale, imprese sociali, cooperative …
Certamente ho fatto fatica a far incontrare questo universo con i temi del femminismo italiano. Da una parte c’è riflessione su clima, risorse, natura e ambiente, giustizia economica, ovvero questioni molto ampie e importanti ma che si prestano a parlare dei massimi sistemi, dall’altra si parte da sé, dalla propria vita, dalle relazioni di differenza. Si parte da punti diversi e c’è difficoltà nel confronto. Il mio desiderio sarebbe quello di costruire dei ponti tra questi due mondi.
Questo bagaglio di riflessioni delle donne della differenza è importante e non vorrei che venisse annullato. Ci dice qualcosa rispetto alla grave crisi economica, ecologica? E della grave malattia nel rapporto tra natura ed essere umano, della distruzione dell’ambiente? Ho tentato mediazioni, guardando anche fuori dall’Italia, invitando rappresentanti di quel filone dell’eco-femminismo che nel loro percorso hanno messo a fuoco la questione dell’ecologia, della critica dell’economia dello sviluppo e che hanno offerto una rivisitazione politica del tema della cura o della sussistenza.
Nella conferenza sono emersi molti aspetti in comune ma anche conflitti e differenze e in generale lo scambio è stato davvero ampio e arricchente.
Per Torreglia, secondo me, sarebbe forzato lavorare sulla decrescita, ma sarei contento che ci fosse un segnale, nel mettere al centro non solo la propria vita, ma anche il confronto con questo tipo di realtà. Io scommetto su una riflessione più ampia che, a partire dalla differenza, sappia affrontare le sfide più grandi del mondo attuale, dalla crisi economica a quella ecologica.