Vita Cosentino
Guardai indietro, dicono, per curiosità,
ma potevo avere, curiosità a parte, altri motivi.
da La moglie di Lot di Wislawa Szymborska
Situazioni a rischio di politica si pone in continuità con il numero precedente che delineava un arco teso tra situazioni che non hanno nome di politica ma autenticamente lo sono e situazioni che hanno nome di politica ma sono invase da logiche di potere (Riboli). Mentre andiamo in stampa, sulla scena pubblica siamo alle prese da una parte con l’estrema visibilità del “caso Ruby”, quando è ben diversa da quella immagine la realtà delle donne italiane; e dall’altra con l’invisibilità delle tante cose che ci sono, delle tante donne e tanti uomini che si mettono insieme, agiscono, rendono umani e di qualità i luoghi in cui vivono e operano che siano fabbriche, università, scuole, ospedali, città, quartieri, condomini, case. Il numero tiene assieme le due estremità dell’arco senza polarizzarsi, ma di preferenza si impegna a far emergere, raccontandole e esercitando su di esse uno sguardo diverso, quelle situazioni facilmente derubricate come testimonianza, sentire individuale o aspetti di vita quotidiana. Si può chiamare un fare che è un essere e non viene neppure considerato politica se qualcuna/o non si mette alla ricerca delle parole per dirlo.
Un numero da riguardare per intero è Il groppo sesso potere violenza (VD 90) che si riferisce esplicitamente – e sono passati quasi due anni – al marcio del potere come è declinato dal presidente del consiglio e su cui Veronica Lario, una che lo conosce bene, aveva già detto tutto in una nota lettera a Repubblica. Nell’apertura Luisa Muraro propone la formula: È venuto il momento ed è questo (ripresa dal Vangelo di San Giovanni), perché ci ancora al presente, perché infonde senso di responsabilità, ma di più ancora per l’incremento di essere che dà al presente: io ci sono, ci sto. Secondo lei l’attualità è come un testo da tradurre ma con la differenza che ci siamo in prima persona: stare nel testo e decifrarlo a cominciare da quello che capita a te, è un atto rischioso di signoria vera, cioè si misura con il reale senza la protesi del potere.
Tra i testi recenti propongo poi di rileggere Farsi contagiare (VD 92), in cui Traudel Sattler riflette su una sorta di autolimitazione, che colpisce anche lei, data dall’esercitare il giudizio per immunizzarsi dai grandi desideri di un’altra donna e difendere i propri. Propone di mettersi in sintonia inteso non come andare d’accordo su idee o obiettivi ma semplicemente di far vibrare dentro di me quel desiderio di protagonismo. Perché è qualcosa che contagia.
Andando più indietro incontro La risposta di Etty Hillesum (VD 62). Annarosa Buttarelli richiama quanto la Hillesum scrive dal campo di smistamento di Westerbork: ogni situazione, per quanto deplorevole sia, è un assoluto che riunisce in sé il bene e il male. Nel suo ragionamento porta ad esempio il caso di una operaia di Brescia che si era rifiutata di confezionare interiora di pollo avariate in nome di un lavoro ben fatto e per l’invalicabile rispetto per la qualità della vita altrui. Per questo era stata licenziata. Commenta dicendo che questa operaia ha scelto di dire e fare qualcosa in modo da indicare che le condizioni e le modificazioni entro cui si dispiega l’amore per il suo lavoro, riguardano anche strettamente il resto del mondo. Ha raccontato il senso del suo lavoro assieme alle sue amiche sindacaliste che l’hanno difesa.
Da ultimo segnalo Imparare da una donna (VD 73) di Alberto Leiss. È un testo a frammenti e non si può sintetizzare. Ne cito uno che mi ha colpito perché richiama quella che può essere la posta in gioco dei nostri tempi: trasformiamo la guerra dello scontro di civiltà in un conflitto globale per il cambio di civiltà. Intanto bisognerebbe sapere che ci si mette all’ascolto di una parola d’ordine pronunciata da alcune donne. E che si tratta di agire un conflitto non bellico, non mortifero, ma non per questo meno difficile e meno duro.
Vita C.
P.S. I numeri arretrati possono essere ordinati in Libreria delle donne, tel. 02 70006265 e tramite il sito www.libreriadelledonne.it