Vandana Shiva
Un’epidemia di biopirateria dilaga in India: le corporation agroalimentari – Conagra, Unilever e Monsanto – brevettano le biodiversità indigene. E’ un furto che deruba il paese dei mercati d’oltremare e che ci costringerà a pagare royalties per la nostra sopravvivenza. >
Beni comuni
“L’acqua del rubinetto è più sicura”
Luca Fazio
“L’acqua del rubinetto è più sicura”
Intervista. “Gli acquedotti sono supercontrollati ma rischiano la privatizzazione.Giuseppe Altamore è Fautore di Qualcuno vuol darcela a bere (Fratelli Frilli Editore). Sta lavorando a un altro libro che uscirà a settembre, I predoni dell’acqua perduta, è esperto di questioni idriche e lavora a Famiglia Cristiana. >
E’ l’acqua il tesoro delle nazioni ricche
Serena Bournens
Ottocento milioni. Sono le case nel mondo che non hanno un rubinetto dell’acqua. Diciottomila. Sono le bambine africane che la mattina, invece di andare a scuola, si mettono una brocca in testa e l’acqua che serve loro per sopravvivere la vanno a raccogliere a chilometri di distanza. Dodici milioni. Sono le persone, in gran parte minori, che ogni anno muoiono per colpa dell’acqua. Perché è inquina perché, peggio ancora, è carente. Quattro. Sono i litri d’acqua che un cittadino del Gambia può consumare al massimo in un giorno. Trecento, quelli che consuma in media un cittadino americano o europeo. >
Uno sguardo sul mondo
Serena Bournens
Sono 31 i Paesi nel mondo e un miliardo e 400 mila persone che non hanno accesso all’acqua pulita. Il Paese che ha a disposizione le maggiori risorse idriche è la Groenlandia (con 10 milioni di metri cubi annui pro capite); quello con minori riserve è il Qatar (con 94 metri cubi). >
Vince la seconda battaglia Europea sull’Acqua
Rosario Lembo
Ribaltata la proposta della Commissione giuridica di liberalizzare la gestione dell’acqua contenuta nel Rapporto Miller >
O lavoro o acqua: il ricatto sui poveri
Marinella Correggia
Nel piccolo stato indiano del Kerala un oscuro consiglio locale sta tenendo testa a un colosso multinazionale. Lo scontro è ormai classico: da un lato i diritti fondamentali di comunità locali (spesso povere) sulle risorse vitali dell’area, dall’altro gli interessi di giganti che producono ma creano un certo numero di posti di lavoro (per poveri), il tutto con la connivenza delle autorità regionali o statali, e con un ruolo talvolta progressista e talvolta conservatore da parte dei tribunali. >
I nuovi, semplici eredi di Sankara
Marina Forti
«J’ai fait la Côte d’Ivoire», dice Hamidou Ouedraogo, «ho fatto la Costa d’Avorio», che significa: ho fatto anni di duro lavoro come migrante. Il signor Ouedraogo è nato nel 1945 a Tanlili, nel nord-est del Burkina Faso, e la sua esperienza di emigrante nelle piantagioni ivoriane gli ha fornito l’ispirazione per ciò che definisce «un progetto per migliorare la vita» delle famiglie contadine. Oggi la Union Namanegbzanga des Groupements Villageois de la zone de Tanlili, o Ungvt, è un riuscito esperimento di barriera contro la desertificazione e difesa dell’ambiente. >
«Buon cibo» nativo e cattivi brevetti
Franco Carlino
Lo chiamano riso d’acqua anche se riso non è, trattandosi semmai di un’erba che cresce nell’acqua bassa e che assomiglia al grano; il suo nome scientifico è Zizania palustris, proprio come la zizzania del Vangelo, ma, a differenza di quella che è considerata pianta sgradevole, il riso d’acqua è invece un buon alimento e nutriente >