L’appello che diffondiamo in questi giorni reca le firme di uomini provenienti dai più disparati percorsi politici, culturali, religiosi, sessuali, che hanno deciso di reagire in qualche modo ai terribili fatti di violenza alle donne che le cronache hanno riportato alla nostra attenzione negli ultimi mesi. >
La costola di Adamo
La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini
Alberto Leiss, Marco Deriu, Stefano Ciccone, Jones Mannino, Massimo Michele Greco, Sandro Bellassai, Claudio Vedovati
Assistiamo a un ritorno quotidiano della violenza esercitata da uomini sulle donne. Con dati allarmanti anche nei paesi “evoluti” dell’Occidente democratico. Violenze che vanno dalle forme più barbare dell’omicidio e dello stupro, delle percosse, alla costrizione e alla negazione della libertà negli ambiti familiari, sino alle manifestazioni di disprezzo del corpo femminile. >
«È una guerra di civiltà tra uomini e donne»
Maria Antonietta CalabròChina, Manem e le altre: «È vero, c’ è uno scontro tra civiltà». Ma non tra Occidente e Islam. Piuttosto, tra donne e uomini. E’ questa la tesi lanciata dalle colonne di Liberazione da Gabriella Paparazzo dell’ associazione «Differenza Donna» (un’ organizzazione di donne e che si batte contro la violenza sulle donne), che così fornisce una nuova chiave di lettura degli ultimi tragici fatti di cronaca. >
Patriarcati trasversali
Ida Dominijanni
Dovendo scegliere fra la figlia morta e il marito che l’ha massacrata, Bushra Begum sceglie il marito. Lo denuncia ai carabinieri ma lo giustifica: è vero, ha ammazzato Hina, ma è un uomo buono, non è un violento, non le aveva mai torto un capello; era lei che “non si comportava bene, andava in giro, fumava”, era lei che s’inventava tutte quelle balle sulle botte, il taglierino, le molestie del padre. >
Ancora sulla violenza maschile contro le donne
Luisa Muraro
Molte ingiustizie contro le donne sono finite, ma la violenza no, non accenna a diminuire, come mostra la cronaca di queste settimane. Le nostre vite sono diventate più libere di quelle delle nostre madri, ma la violenza non è cessata e, come in passato, essa proviene spesso da uomini ai quali la vittima era legata da rapporti stretti. Le cifre sono impressionanti. Che cosa significa questa ripetitività, c’è qualcosa che si può fare e a quali profondità bisogna andare per vedere qualche cambiamento? >
Marina Civardi si inserisce nello scambio pubblicato su “Riflettendo su alcune parole chiave”
Marina Civardi
Questo è possibile in una relazione “privilegiata” (cioè selta da me) in un
posto di lavoro questo non è possibile in quanto non si scelgono le relazioni
ma si ha/bisogna avere la misura di trovarsi in un posto collettivo (e per
collettivo intendo qui comune a uomini e donne) e gerarchizzato. >
Lettera sulla libertà. Relazioni e desideri di donne e uomini in trasformazione
Stefano Ciccone, Chiara Martucci
Cara Chiara,
il tema della libertà rimanda per me a due parole su cui vorrei che confrontassimo i nostri percorsi e le nostre prospettive politiche ed esistenziali. La prima parola è la relazione.
Il perdono e l’imperdonabile
Barbara Mapelli, Claudio Vedovati
Caro Claudio,
avvio questo nostro dialogo sul perdono tra i generi consapevole di come sia complessa, contraddittoria e difficile l’accettazione di questo punto di vista da parte di un uomo. Già, perché dico ‘perdono tra i generi’, ma in realtà intendo – e tu lo sai bene – perdono delle donne verso gli uomini.