Manuela Gallina
Le iniziative sindacali e della società civile contro il decreto Gelmini si stanno diffondendo a macchia d’olio e le conseguenze culturali e politiche di tali proteste sono ancora imprevedibili. Sicuramente le riflessioni del mondo della scuola sui propri compiti e sul proprio valore hanno prodotto e continueranno a produrre energie ricche di vitalità, che inevitabilmente condizioneranno lo sguardo di molti nei confronti di un bene di tutti. >
La scuola sono io, l’università pure
A proposito di classi per favorire l’integrazione
Stefania Susani
Da 23 anni sono una maestra elementare, da tre ho iniziato il lungo percorso di adozione e forse, tra poco, sarò anche mamma.
Probabilmente il bambino o la bambina che entrerà nella nostra famiglia sarà già grande e frequenterà la scuola, parlerà un’altra lingua e il colore della sua pelle sarà diverso dal nostro. >
Contro le maestre, contro le madri, contro le bambine e i bambini. Una riforma contro l’opera femminile
Laura Forlin
La furia devastatrice della politica della maggioranza ha avuto il suo epilogo in una giornata di pioggia. Il decreto “contro la scuola” è passato al Senato.
Io che sono maestra di scuola dell’infanzia e madre di una bimba di nove anni e di un ragazzino di tredici, in merito ho molto da dire. La scuola infatti fa parte della mia vita.
Ci ho investito tempo, energie, desideri, relazioni. E sono vent’anni che lo faccio.
Il decreto e il piano programmatico l’ho letto molto attentamente, ho letto le parole che vi sono scritte, una dopo l’altra. Non sono disinformata. Non ho frainteso. So leggere e so capire. >
Donne in piazza Madri e figlie: il volto femminile della protesta
Simona Vinci
Tra le tante foto che mi sono passate sotto gli occhi in questi giorni, ce n’è una che mi ha colpita in modo particolare. E’ stata scattata a Pavia e ritrae una ragazza con il megafono in mano, indossa minigonna, stivali e calze a righe colorate mentre sfila in testa a un corteo di studenti. E’ bella, ma normale. E’ giovane, ma è determinata. E’ una ragazza, sì, una femmina, ma si vede benissimo che non ha la minima paura. >
Perché mi piace la lezione in piazza
Traudel Sattler
18 studentesse e due studenti con facce concentrate sugli articoli in tedesco che riportano i fatti italiani, letture di testi in tedesco scritti da loro, scambi tra di loro e tra me e loro – tutto ciò che succede quotidianamente in un’aula universitaria. Solo che questa volta non eravamo chiuse tra le mura dell’università, ma sedute per terra sotto i portici in piazza Duomo, sotto gli occhi dei passanti. >
Le ragazze che non vogliono apparire
Armando Dito
Si leggeva aria di attesa, ieri, sui volti degli studenti dell’assemblea di Scienze politiche in vista della mobilitazione di oggi e domani. Anche ieri lezioni in piazza, poi spostate a causa della pioggia nell’atrio coperto della facoltà. >
Ordine di servizio
Giannina Longobardi
Il mio contributo al Grande Seminario di Diotima deve molto alla discussione con amiche, insegnanti soprattutto della scuola superiore, con le quali abbiamo ragionato a partire da un sentimento di disagio personale, che è andato progressivamente crescendo nella scuola dell’autonomia. >
Una scuola primaria fatta bene? Che ci fa onore?
Daniela Esposito
l tema con il quale superai il concorso magistrale a Milano parlava di pluralità degli interventi educativi nella scuola. Erano gli anni Ottanta e il dibattito psicopedagogico e didattico sul superamento del maestro unico “tuttologo” infervorava il mondo della scuola e dell’accademia. Divenni “maestra unica” ma per pochi anni; aderii tra le prime alla sperimentazione e poi alla riforma del Novanta che introduceva i moduli nella scuola elementare. Vi ho poi insegnato per molti anni. Ho scoperto dai giornali, pur essendo ‘addetta ai lavori ‘, della cancellazione di questa bella scuola che ci fa essere orgogliosamente al secondo posto in Europa. Mi si è stretto il cuore. >