Claudio Canal
La vita della grande pedagogista in un volume di Renato Foschi pubblicato da Ediesse Il successo mondiale del suo metodo ne facilitò l’adattamento alle situazioni locali, dall’Olanda alla Nigeria Un progetto politico in cui la formazione non è serva del mercato, ma è destinata a liberare le bambine e i bambini >
La scuola sono io, l’università pure
Donne e uomini nell’insegnamento
Sette piccole storie di identità e saperi maschili, nella scuola superiore italiana
Grazie per la sollecitazione di questo convegno, “Uomini in educazione”, che mi trova in due posizioni che cerco di incrociare nel mio intervento.
L’università è qui, alzatevi
Gianluca Solla e Chiara Zamboni
La situazione che oggi stiamo vivendo è quella di uno slittamento di significati. I piani simbolici della realtà si stanno confondendo tra loro. Per questo ci sentiamo in difficoltà a dire quel che ci capita e di conseguenza a sapere come e dove aprire spazi con inventiva e su cosa concentrare la critica. >
Caterina va in pensione
Franca Fortunato
Festa grande all’Istituto “Fermi” Sociopsicopedagogico e linguistico di Catanzaro Lido, per l’andata in pensione della signora Caterina Mungo, dopo una vita dedicata alla scuola come bidella. Caterina, come si è sempre fatta chiamare dalle ragazze e dai ragazzi, è andata in pensione non perché stufa o stanca del suo lavoro, ma solo per problemi di salute. >
Noi e la scuola pubblica
Antonietta Lelario (Circolo La Merlettaia)
Sabato 12 marzo alle ore 17,00 nella zona pedonale a Foggia c’è un sit-in in difesa della Costituzione e della Scuola pubblica
Si è chiesto a livello nazionale come a livello locale che si rispetti la modalità proposta dalle donne per la mobilitazione del 13 febbraio: niente simboli di partito, né bandiere. >
Scuola e università: quali pratiche di libertà oggi?
Wanda Tommasi
Il 22 febbraio 2011 si è tenuto all’università di Verona un incontro su “Università e scuola: quali pratiche di libertà oggi?” >
Svuotiamo la Gelmini “dal di dentro”
Maria Rosaria Marella
E’Condivido i contenuti e i toni dell’intervento di Azzariti, Burgio, Lucarelli e Mastropaolo pubblicato sul manifesto del 5 gennaio, a partire dal fatto che hanno scelto di rivolgersi soprattutto a chi, il corpo docente, è stato largamente assente dalle mobilitazioni dei mesi scorsi, ma nell’università pubblica ha responsabilità didattiche, scientifiche e di gestione e dunque può, come gli autori auspicano, mettere in scacco la legge Gelmini, ad esempio facendo ricorso alla giustizia amministrativa in difesa della libertà di ricerca e insegnamento e presidiando i processi di elaborazione degli statuti d’ateneo. >