Wanda Tommasi
Il 22 febbraio 2011 si è tenuto all’università di Verona un incontro su “Università e scuola: quali pratiche di libertà oggi?” >
Wanda Tommasi
Il 22 febbraio 2011 si è tenuto all’università di Verona un incontro su “Università e scuola: quali pratiche di libertà oggi?” >
Maria Rosaria Marella
E’Condivido i contenuti e i toni dell’intervento di Azzariti, Burgio, Lucarelli e Mastropaolo pubblicato sul manifesto del 5 gennaio, a partire dal fatto che hanno scelto di rivolgersi soprattutto a chi, il corpo docente, è stato largamente assente dalle mobilitazioni dei mesi scorsi, ma nell’università pubblica ha responsabilità didattiche, scientifiche e di gestione e dunque può, come gli autori auspicano, mettere in scacco la legge Gelmini, ad esempio facendo ricorso alla giustizia amministrativa in difesa della libertà di ricerca e insegnamento e presidiando i processi di elaborazione degli statuti d’ateneo. >
Emma Giannì ( Insegnante precaria)
Dopo due anni di proteste, sta iniziando il terzo: la riforma avanza, i tagli aumentano e l’organizzazione scolastica è sempre più critica e instabile.
Docenti offesi nella loro professionalità, colpiti nel loro lavoro; collaboratori scolastici trattati da parassiti e sminuiti nella loro funzione, come solo chi non ha mai vissuto la scuola dall’interno può fare. Classi intasate contro ogni normale criterio pedagogico, dove gran parte dell’ora passa solo per chiamare l’appello, controllare le “giustifiche” e avere un minimo di contatto umano con i propri alunni. >
Laura Minguzzi
Tre anni! Dopo tre anni – mi sono detta – la misura è colma e poi vado in pensione e voglio proprio che tutta la scuola ne parli!
Avevo scelto il Parini nella domanda di trasferimento, perché volevo finire la mia carriera scolastica in bellezza. Un mito degli anni sessanta il Parini e quasi un ritorno al principio questo mio movimentato fine di carriera. >
Katia Ricci
In questa settimana due notizie che vengono dalla scuola si sono imposte drammaticamente. Notizie che causano dolore e indignazione: un ragazzo di 18 anni si è suicidato, gettandosi nella tromba delle scale dell’Istituto tecnico industriale di Cerignola. Certo non è colpa della scuola, ma è segno di un profondo disagio. Come ci si può accorgere dei segni di sofferenza di un ragazzo in un’aula sovraffollata? >
Stefano Rossetti
Nell’oceano di balle governative sulla scuola, che molti giornali diffondono, «l’Unità» spicca per la serietà delle fonti e delle testimonianze. Vorrei aggiungere ad esse quest’ordine del giorno, che il Collegio Docenti dellamiascuola, il Liceo Curie di Pinerolo ha approvato il 23 febbraio, quasi all’unanimità ( 2 voti contrari su 80, nessun astenuto ). >
Irene Gasparini, Flaviana Robbiati, Stefania Faggi, Ornella Salina, Maria Sciorio, Monica Faccioli
Ciao Marius, ciao Cristina, Ana, ciao a voi tutti bambini del campo di Segrate. Voi non leggerete il nostro saluto sul giornale, perché i vostri genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. E’ proprio per questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno continuato a mandarvi nonostante la loro vita sia difficilissima, perché sognano di vedervi integrati in questa società, perché sognano un futuro in cui voi siate rispettati e possiate veder riconosciute le vostre capacità e la vostra dignità. >
Luigi Berlinguer
Da anni tante amministrazioni di centrosinistra praticano politiche educative
di integrazione. Diritto fondamentale è garantire a tutti – non uno di meno –
l’accesso all’istruzione. Forse c’è un’astuzia di stampo leghista nell’idea del
tetto del 30% di alunni immigrati per singola classe e qualunque misura che
cerchi (subdolamente) di ghettizzare quei bimbi va combattuta: l’esito,
brutale, sarebbe una Rosarno sotto altra forma. >