Mimmo de Cillis *
«Come io vi ho amato», recita il titolo del sussidio pastorale che da domani, «mercoledì delle ceneri», apre la Quaresima 2007. Ma ben poco amate si sentono le oltre 560 mila coppie conviventi nel bel paese, nella cattolicissima Italia. La chiesa di oggi, la chiesa di Ratzinger e Ruini, ben poco fa per comunicare l’amore di Cristo. >
Matrimoni, Famiglie, Pacs
L’Italia delle famiglie con un solo genitore
Concita de Gregorio
La famiglia del Mulino Bianco, padre madre e due figli, maschio e femmina, meglio se biondi, non esiste più da parecchio tempo nemmeno nelle pubblicità. Persino le cifre della statistica, che arrivano sempre fredde e in ritardo, la fermano agli anni Cinquanta: la media di quattro persone per nucleo familiare è del censimento del 1951. Nei cinquantasei anni venuti dopo, più di mezzo secolo, c’è stato il divorzio, il crollo demografico, la crisi economica e l’edonismo anni Ottanta, la cultura del figlio unico che non è stata solo una scelta economica ma culturale, figli iperprotetti che poi sono oggi i «giovani adulti» di 25-30 anni che non se ne vanno da casa, perché dovrebbero, stanno benissimo lì. >
Giuliana e Paolo credenti e mai sposati, “La Chiesa respinge invece di aiutare”
Stefano Rossi
«Una scelta che ci è costata sofferenza. Non contro la Chiesa, a fianco della Chiesa». Paolo Miranda, un lavoro al sindacato, e Giuliana De Ruvo, impiegata nelle indagini di mercato, hanno 48 anni e stanno insieme da quando ne hanno diciotto. Chiacchierano cordialmente nel salotto di casa, alle spalle tanti libri. Giuliana, caschetto castano e occhi chiari, indossa un golfino grigio. Paolo, sorriso aperto, porta i jeans e un maglione blu. Andrea, 12 anni, e Matteo, 8, esibiscono capelli lunghi e un ghigno furbetto. Si nasconde qui il germe distruttore della famiglia italiana? >
Di madri non ce n’è una sola
Ida Dominijanni
L’antidoto più efficace alla visita del papa a Valencia lo trovate a pagina 30 e seguenti del numero in edicola di Internazionale. E’ un lungo articolo di Susan Dominus tratto dal New York Times Magazine, si intitola Famiglia modello e vale come rovesciamento del «modello famiglia» che Ratzinger e i neocons uniti di tutto il mondo ci vogliono propinare. Attraverso la storia di Ry Russo-Young, 24 anni, seconda delle due figlie di una coppia di donne omosessuali, Dominus disegna il profilo sfumato che la realtà delle famiglie omosessuali sta assumendo negli Stati uniti. >
“Una rivoluzione per il welfare”
Antonio Massari
“Abbiamo cambiato la concezione dello stato sociale”. Il presidente pugliese Nichi Vendola ieri ha portato a casa la legge più discussa del suo mandato presidenziale: quella sui servizi sociali. Una vera battaglia, con l’opposizione armata di oltre 7000 emendamenti. >
La posta in gioco della libertà e dell’amore
Vita Cosentino
Appartengo a quella generazione che Serena Zoli ha definito fortunata perché ha potuto fare sogni come progetti personali e collettivi, ha potuto con baldanza giovanile scappare di casa, vivere nelle comuni, nelle «coppie aperte»…. Sono consapevole che tutto questo sperimentare e soffrire ha contribuito alla fine di un certo modello di famiglia e ha messo in circolo libertà femminile. >
Ai cattolici piacciono i Pacs
Clementina Boso
Una risposta al gioco al rimpiattino che, da mesi, il leader dell’Unione Romano Prodi e il segreteraio della Margherita Francesco Rutelli hanno ingaggiato con le alte gerarchie vaticane arriva, ieri, da una più che tempestiva indagine dell’Eurispes. Che a sorpresa rivela: il 68,7% dei cattolici italiani è a favore dei Pacs, il 65,6% difende la legge sul divorzio, del 77,8% è la percentuale di coloro che si dichiarano contrari al divieto dell’eucarestia per i divorziati mentre arrivano addirittura all’83,2% quanti si dicono favorevoli all’interruzione di gravidanza se la madre è in pericolo. >
Pacs e libertà: il rovescio del diritto
Luisa Muraro
Chi ha letto Chiara Zamboni, Pubblici legami d’amore e d’amicizia (il manifesto 22 nov.2005, p. 10) si ricorderà che lei, dopo aver invitato il movimento omosessuale ad essere creativo di nuove forme di vita e di socialità, termina con una domanda: a chi affidiamo il riconoscimento che rende pubbliche queste nuove forme di convivenza e di socialità? Domanda difficile, commenta lei stessa e spiega brevemente perché. >