di Barbara Bertoncin e Gianni Saporetti
La grandezza del femminismo, di dare dignità alla parola donna non più solo come qualcosa di accessorio all’uomo o al maschile, oggi rimossa, nel nome di un nuovo neutro; le parole sostituite: “donna” con “persona con utero” e “maternità” con “gestazione”; mentre si invoca un “rispetto della natura” in nome dell’ambiente si professa una “rivoluzione della natura” per l’essere umano; la rimozione del limite di ciò che è dato. >
Noi e il nostro corpo
Commento di Luisa Muraro al testo di Lucetta Scaraffia pubblicato dall’Osservatore romano del 22 maggio scorso
Molte donne hanno l’impressione non infondata che la Chiesa cattolica italiana spinga perché si torni alla repressione penale dell’aborto, e questo impedisce loro, ci impedisce, di ascoltare l’insegnamento cristiano con l’attenzione che merita. >
Intervento di Lucetta Scaraffia
In questi giorni la legge 194, che regola l’interruzione di gravidanza in Italia, compie trent’anni, fra polemiche che ricordano, per molti versi, quelle che hanno preceduto e seguito la sua approvazione. >
Commento di Luisa Muraro al testo di Lucetta Scaraffia
Luisa Muraro
La prima parte è molto sommaria, ma, considerato lo spazio limitato, la trovo accettabile. È innegabile che la legislazione statuale rispecchia la storicità della condizione umana, secondo la storicità che caratterizza lo Stato stesso. Questo vale anche per la Chiesa cattolica, ovviamente, ma con alcune notevoli differenze, in primis che la Chiesa non ha (più) un potere temporale per cui la sua condanna dell’aborto non equivale a mettere in prigione la persona colpevole. Lo Stato, non avendo l’istituto della “misericordia verso coloro che si pentono”, deve decidere la sua condotta legiferando in un modo o nell’altro. Nel confronto, bisognava tener conto di questo aspetto. >
Intervento di Lucetta Scaraffia
Lucetta Scaraffia
In questi giorni la legge 194, che regola l’interruzione di gravidanza in Italia, compie trent’anni, fra polemiche che ricordano, per molti versi, quelle che hanno preceduto e seguito la sua approvazione. Con questa legge, l’Italia si è allineata agli altri paesi occidentali che, a cominciare dalla Gran Bretagna nel 1967 (Stati Uniti nel 1970, Germania 1974, Francia 1975) avevano legalizzato l’interruzione di gravidanza entro i primi 90 giorni. >
Nel nome della madre – un dialogo pubblico
DONNE IN NERO
In trent’anni con molte donne abbiamo dato vita a una politica differente, spesso chiamata femminismo. Lo abbiamo fatto per guadagnare un’esistenza sensata, per non essere costrette ad omologarci a un modello maschile. Trovare corrispondenza tra parole e vita è ancora la ricerca di oggi.
La cronaca quotidiana ci mette di fronte a episodi di violenza, che oltre ad essere violazioni dello stato di diritto, sono attacchi, in vario modo, all’autodeterminazione delle donne; è così che vanno intesi: le ripetute aggressioni omicide, il vergognoso blitz all’ospedale di Napoli e anche il costituirsi – a Pesaro – del comitato scolastico di docenti per la moratoria dell’aborto. >
“Il sì della donna non si può saltare”: un incontro, organizzato dall’Associazione Centrodonna Evelina De Magistris, che si è svolto il 18 marzo.
Paola Meneganti “Il sì della donna non si può saltare”: sulla base di un documento aperto da questa frase, di Clara Jourdan, il 18 marzo si è svolto un incontro, organizzato dall’Associazione Centrodonna Evelina De Magistris, che, a partire dal … >
Depenalizzare l’aborto
di Franca Fortunato
Il suicidio del ginecologo genovese, Ermanno Rossi, indagato per aver procurato aborti fuori dalla struttura pubblica, e le indagini dei carabinieri nei confronti delle donne che hanno abortito in violazione della 194, ripropongono, a distanza di quarant’anni, la questione della depenalizzazione dell’aborto. >