Stefano Pistolini Naomi Klein ha preso sul serio la missione che le è precipitata addosso allorché il suo No Logo si trasformò, un paio d’anni fa, da provocatoria indagine sugli scheletri nell’armadio delle corporation, in manifesto comportamentale del movimento anti-globalizzazione.
Pratiche di lotta
Le sale d’attesa della modernità
Federico Rahola È quindi in questa via di mezzo, che si colloca un testo come La società contro lo Stato.
Lysistrata Project
Cristiana Piccino Parte da New York un grido contro la guerra nei teatri di tutto il mondo Aristofane oggi. Ideata da Katrhyn Blume e Sharron Bower, l’iniziativa ha coinvolto oltre cinquanta paesi
Le donne dell’Afghanistan
Coordinamento italiano a sostegno di Rawa Abbiamo visto sulle vostre pagine le splendide foto di bambine e ragazze afghane, ritratte dalla Benetton a pubblicizzare il nuovo corso della politica afghana rispetto alle donne.
La coscienza di Toni Smith
Peter Parker Trenta anni dopo Muhammad Alì e i pugni chiusi di Città del Messico, una sconosciuta cestista americana volta le spalle alla bandiera a stelle e strisce perché contraria alla guerra in Iraq. I militari e i tifosi la prendono di mira, la sua università la difende a spada tratta
Mirafiori, i cavalli e «la Feroce»
Marco Revelli Da immigrato a operaio. Una metamorfosi datata anni `60 e raccontata attraverso la vita di tre tute blu, che è anche un modo per raccontare la storia della Fiat in un momento in cui la fabbrica per eccellenza viene commemorata attraverso la morte di Giovanni Agnelli.
I balconi, le mani, le donne
Luisa Morgantini
Sul balcone di fronte al mio la bandiera della pace non c’ è più. Nella penuria di bandiere è stata tolta per portarla alla manifestazione di sabato scorso. Ma non è ancora tornata al suo posto. Sono andata a suonare il campanello, non c’era nessuno e così ho lasciato un messaggio: non è finita, siamo solo all’inizio !
We, the people
Ida Dominijanni
«Noi, il popolo, we the people, non vogliamo questa guerra: milioni di americani sono con voi e sfidano il presidente Bush», dice dal palco di San Giovanni a Roma, prima accolta con freddezza poi applaudita con calore, Mss. Campbell, la prima donna sacerdote del consiglio delle chiese degli Stati uniti.