di Laura Minguzzi
Dopo la visione del filmArrivederci Saigon, proposto da Silvana Ferrari dell’Associazione femminile Lucrezia Marinelli, mi sono interrogata sulla storia, oggi quasi surreale, che la regista Wilma Labate è riuscita a raccontare, anzi a far raccontare alle protagoniste. >
Contributi
Fermiamoci a ringraziare Ilaria Cucchi
di Luisa Muraro
Ilaria è la sorella di quello Stefano che, dieci anni fa, caduto nelle mani delle forze dell’ordine (per questioni di droga), gravemente maltrattato dai suoi custodi, poco o niente curato dai medici, è morto solo come un cane, recluso nel reparto speciale di un ospedale pubblico >
La Libreria delle donne si materializza a Oxford
di Jasmine Anouna
Perché proprio una ‘mostra’?
Novembre, 2018. Ero all’aperitivo natalizio della Italian Society of Oxford, ‘La Società Italiana di Oxford’, nel Dipartimento di Fisica. Non ero mai stata in un edificio del settore scientifico, ma la prospettiva di panettone e spumante italiano era troppo seducente. >
La scommessa del care: lavoro, cura, lavoro di cura
di Giordana Masotto
Introduzione all’incontro in Libreria delle donne, sabato 8 giugno 2019: La scommessa del care: lavoro, cura, lavoro di cura. >
Com’è difficile dire la verità
di Paola Mammani
Un commento a Scelta di classe di Claudio Rossi Marcelli, Internazionale n. 1310, rubrica Dear daddy. >
Il due precede l’uno: cambio di civiltà
di Marina Santini e Luciana Tavernini
Quando, invitate a parlare del nostro libro Mia madre femministai soprattutto a giovani, presentiamo come scoperta del femminismo il fatto che nella vita di ogni essere umano il due precede l’uno, avvertiamo la densità del silenzio, quello in cui chi è lì all’unisono trattiene il respiro per lo stupore una verità tanto evidente da essere stata fino ad allora ignorata. >
Il 26 maggio non ho votato Lega…
di Cristiana Fischer
Care tutte, ho ascoltato su youtube la vostra riunione del 2 giugno “Com’è andata con le elezioni europee?” e vi invio le riflessioni
conseguenti. >
Imane Fadil
Imane Fadil
Della vita di Imane Fadil, giovane donna marocchina di 34 anni spirata in solitudine all’ospedale Humanitas di Rozzano dopo un mese di agonia, si sa ancora meno che della sua morte. >