27 Marzo 2016
Il Sole 24Ore

No all’utero affittato

di Lucetta Scaraffia
La questione dell’utero in affitto sta aprendo molteplici fronti di riflessione nel dibattito europeo, vivace e talvolta anche aspro. Il libro di Luisa Muraro, filosofa che si dichiara fin dal titolo contraria a questa pratica, si muove esclusivamente all’interno del pensiero femminista. Muraro si oppone a questa possibilità, anzitutto negando il legame – da molte rivendicato – fra la libertà di affittare l’utero e quella di abortire, libertà considerata capostipite di ogni rivolta femminista. Scrive infatti che nell’affitto si tratta invece «di subordinare la fecondità a un progetto di altri». Il punto di vista assunto è quello della donna che presta il suo corpo a una gravidanza per altri, o anche della “creatura piccola” che deve fare il lavoro di inserimento nella famiglia umana, dando meno spazio a quello dei genitori che desiderano il figlio pur non potendolo partorire. >

22 Marzo 2016
Pagina99

Maternità surrogata, non saranno cuccioli per sempre

di Alessandra Sarchi
Mentre negli Stati Uniti col denaro e con i contratti si regola il tutto, in Europa si tenta di moralizzare la Gpa, invocando la pratica del dono. In ciascuno dei due casi evitando la domanda essenziale: è giusto nascere così? >

21 Marzo 2016
www.noidonne.org

Sakine, che ha lottato tutta la vita. Per la libertà

di Emanuela Irace
Uscito in edizione italiana il secondo volume dell’autobiografia di Sakine Cansiz. Fondatrice del Pkk, imprigionata e torturata per dieci anni, muore in un attentato >

15 Marzo 2016
il manifesto

Il mercato dei corpi

di Mariangela Mianiti
Habemus Corpus. Chiamare la maternità surrogata una donazione è un eufemismo perché in realtà si tratta di un vero e proprio mercato che ha dei tariffari, una domanda e un’offerta, dei contratti, un marketing, dei mediatori, come in qualunque scambio di merce o di prestazione >

14 Marzo 2016
Internazionale

Foto di confine

Ida Dominijanni
Un bambino di nome Alan è morto sulla spiaggia di Bodrum lo scorso agosto. Una bambina di nome Bayan è nata pochi giorni fa nel campo profughi di Idomeni. Le rispettive fotografie sono già passate alla storia come simboli quintessenziali della condizione straziante in cui versano i migranti e della condizione penosa in cui versa la cosiddetta Unione europea, che sulle politiche per i migranti non cessa di disunirsi. >