di Valeria Parrella >
Dalla stampa
L’inevitabile guerra che ci aspetta
di Francesco Strazzari
Un attacco russo alla Nato è possibile, fra cinque anni, forse otto. A parlare è il ministro della difesa tedesco, Boris Pistorius. Mosca minaccia sempre più paesi baltici e Moldavia e il capo del comitato militare Nato, Rob Bauer, evoca la necessità di una warfighting transformation dell’Alleanza. >
La resistenza dei femminielli che non vogliono finire nel calderone lgbtq+
di Marina Terragni
Ogni anno a Candelora i femminielli fanno la loro juta al Santuario di Mamma Schiavona o Montevergine sul Monte Partenio (Avellino) dopo una settimana preparatoria di preghiere e tammurriate in onore di quella Madonna Nera che li ha sempre guardati come figli bisognosi e diletti >
I pacifisti di Israele
di Francesca Mannocchi
Dalla finestra della sua camera, a nord di Tel Aviv, Iddo Elam ogni mattina vede uno striscione che recita: Bring them home. >
La medicina di genere serve perché gli uomini non sono l’umanità
di Micol Maccario
Il fondatore dell’anatomia moderna Andrea Vesalio studiava il corpo maschile e poi applicava le conclusioni anche a quello femminile, come se il fisico delle donne fosse uguale a quello degli uomini, solo un po’ più piccolo >
La premio Nobel per la pace Mohammadi alle Nazioni Unite: «Inserite l’apartheid di genere nei crimini contro l’umanità»
di Narges Mohammadi, testo raccolto da Greta Privitera
Questa è una lettera che l’attivista e premio Nobel per la pace, Narges Mohammadi, cinquantun anni, ha scritto dal carcere di Evin, a Teheran, per chiedere alle Nazioni Unite di inserire l’apartheid di genere nella lista dei crimini contro l’umanità «perché in tutto e per tutto simile all’apartheid razziale». Fare uscire dalla prigione le sue parole non è mai semplice e comporta per l’attivista altre punizioni e mesi dietro le sbarre. Pubblichiamo per intero la sua lunga missiva mandata in esclusiva per l’Italia al Corriere della Sera. >
GenerAzioneD. «Disforia di genere? Niente ormoni. Salvate i nostri figli»
di Luciano Moia
Oltre cento famiglie dell’associazione GenerAzioneD lanciano un appello a scuola e medici: aiutate i ragazzi con problemi di identità a trovare la propria strada. Non tutti devono diventare trans >
La cultura dello stupro impedisce di vedere la vittima come tale. E ha a che fare col sesso
di Rosella Postorino
Nel libro A Woman in Berlin, diario della primavera del 1945 a Berlino, che pubblicò in forma anonima dopo la guerra, Marta Hillers racconta che, in attesa dell’arrivo dei russi, le donne tedesche dicevano, per esorcizzare la minaccia di stupro: meglio un russo addosso che un americano sulla testa. >