intervista Perché sono felice Marina Abramovic’, la più celebre protagonista di performance shock, racconta com’è cambiata: “Ora basta provocazioni, voglio trasmettere una nuova serenità” di Andrea Visconti da “La Repubblica” “Sono felice. Una felicità interiore profonda che non ho mai … >
Dalla stampa
La visibilità da Egan ad Abramovic’
di Carlotta Susca
Sebbene la qualità narrativa di “Guardami” sia nettamente inferiore a quella de “Il tempo è un bastardo”, nei suoi libri Jennifer Egan veicola una gran quantità di riflessioni penetranti. Ad esempio, la questione dei social network, come sottolinea Gianluigi Ricuperati. Ma viene anche da pensare allo spettatore nell’ultima performance di Marina Abramović…
L’erotico- sentimentale dell’eccentrica Carol Rama
di Francesca Bonazzoli
Solitudine Sessi, protesi, arti, dentiere: troppo fuori dagli schemi, per stile e comportamenti, per avere successo popolareIl suo motto: «Io dipingo prima di tutto per guarirmi»
Spiritualità e utopia. La Biennale secondo Martina Cavallarin
di Martina Cavallarin
È possibile ripartire da un’utopia? Utopia è una parola difficile e pericolosa, un territorio in cui si eliminano le differenze, si omologano le cose
Icastica, tre mesi di performance l’arte declinata al femminile
da La Repubblica del 8 giugno 2013 Icastica, tre mesi di performance l’arte declinata al femminile Al via la prima edizione della rassegna di cultura estetica internazionale, che fino all’1 settembre trasformerà tutta Arezzo in una grande galleria d’arte contemporanea. … >
Speciale Biennale/parlano gli artisti del Padiglione Italia
Per l’ottavo appuntamento veneziano, Marinella Paderni dialoga con Francesca Grilli, artista “espatriata” in Olanda. Lei e la scelta della performance sono al centro dell’incontro
Maria Lai, la fata dell’arte che stregò Antonio Marras
di Chiara Gatti
Ha una voce da bambina, Maria Lai. Una bambina di 94 anni. Che parla delle sue sculture come se fossero favole e s’arrampica fra le rocce aguzze dell’Ogliastra, la provincia aspra della Sardegna orientale, con l’energia di un cerbiatto. «Mio padre diceva che ero come una capretta, ansiosa di precipizi».
Una fiera che più europea non si può. Parla la direttrice Karen Renders (Data?)
Nicola Davide Angerame
È probabilmente la direttrice di fiera più longeva. Dal 1997 in sella ad Art Brussels, Karen Renders sorride gentile e soddisfatta di questa nuova edizione, che non sembra conoscere la crisi. Nel Paese che è stato per un anno senza governo, e che ora vanta un primo ministro di origini italiane, si vende arte e si fa cultura. E le gallerie fanno a gara per esserci. Anche quelle italiane, aumentate in modo significativo. Meno politica e più cultura del collezionismo: questa è la formula con cui Renders da quindici anni vince le sue sfide.