Che cos’è l’Agorà:
Da maggio 2011 l’Agorà del lavoro è un luogo di incontro e discussione aperto a uomini e donne. E’ un luogo autorevole che vogliamo far crescere a Milano, una piazza pensante che esprima e vada oltre l’indignazione, che dia più forza e visibilità a ognuna/o nei suoi contesti di vita e lavoro, nei suoi desideri ma anche nelle contrattazioni e nei conflitti.
Quali sono gli obiettivi dell’Agorà?
Mettere al centro dello spazio pubblico il lavoro e l’economia, illuminandoli con il punto di vista che nasce dall’esperienza e dal pensiero delle donne.
E cioè: ripensare tutto il lavoro a partire da quell’intreccio imprescindibile di vita e lavoro, produzione e riproduzione, denaro e riconoscimento, autonomia e dipendenza, individualità e relazioni in cui siamo immerse/i.
Quell’intreccio, se condiviso, può diventare per tutti forza su cui fare leva per il cambiamento.
Cerchiamo insieme come. Scommettiamo insieme su quella forza.
I principali contenuti emersi in ogni incontro verranno via via raccolti e fatti circolare nel blog: un sapere nato insieme, a disposizione di tutte e tutti.
AGORÀ 1 lunedì 23 maggio 2011
è UN DESIDERIO, UNA FESTA, UN INIZIo
L’AGORÀ DEL LAVORO
per incontrarsi ribellarsi progettare
accade a Milano
il 23 maggio 2011
dalle 18,30 in poi
Società Umanitaria
Sala Facchinetti
ingresso in via San Barnaba 48
dietro al Palazzo di Giustizia
SIETE TUTTE E TUTTI INVITATI
AGORÀ 2 lunedì 20 giugno 2011
per incontrarsi ribellarsi progettare
L’AGORÀ DEL LAVORO
accade ogni mese a Milano
il prossimo incontro è
il 20 giugno 2011 dalle 19 alle 21
Ambrosianeum
Sala Falk
via delle Ore, 3
(accanto a piazza del Duomo)
SIETE TUTTE E TUTTI INVITATi
AGORÀ 3 lunedì 19 settembre 2011
AGORÀ 4 lunedì 24 ottobre 2011
AGORÀ 5 lunedì 28 novembre 2011
“il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta”
Oggi non si può parlare di lavoro senza parlare di crisi.
E non si può parlare di crisi senza parlare della ribellione, dal movimento di Zuccotti Park, agli indignati sotto le torri di Bologna. Siamo tutte/i dentro questo nuovo contesto
E allora ci chiediamo
Cosa vorremmo dal nostro lavoro (quello che c’è
e quello che forse ci sarà, quello che ci dà da vivere e quello nascosto che serve per l’esistenza)?
Quali cambiamenti immaginiamo possibili/progettabili oggi… a Milano?
Fino a che punto e su che cosa vogliamo metterci in gioco?
AGORÀ 6 lunedì 19 dicembre 2011
Un anno vissuto pericolosamente
Le piazze di Snoq e quelle indignate. Donne in politica e politiche delle donne.
Partecipazione, contaminazione, rete. La nascita della nostra piazza pensante su vita/lavoro/politica.
E poi: la crisi dell’euro, la retorica del baratro, delle colpe e delle pene.
E un cambio di governo (nazionale e in città).
Ti invitiamo all’agorà: prepara il tuo brindisi per salutare l’anno e comporre tutte insieme un bilancio e un augurio
AGORÀ 7 lunedì 30 gennaio 2012
il DESIDERIO DI LAVORARE E AVERE FIGLI:
perchE’ resta unA QUESTIONE PRIVATA ?
Da tempo si parla di conciliazione, tanto che la parola è diventata vecchia ancora prima che l’argomento sia stato davvero affrontato.
Alcune di noi hanno preferito parlare del doppio desiderio di esserci con i figli e sul lavoro, secondo la propria misura, che può variare nel corso della vita. Ma questa scelta di libertà contrasta con i modelli dominanti dell’economia e della società.
allora CI CHIEDIAMO
Perché l’esperienza delle madri (e dei padri) non è (ancora) diventata parola pubblica preziosa per contribuire a rendere economia e organizzazione del lavoro più sensate?
Perché il desiderio di nuove modalità di lavoro e di un nuovo modo di vivere la maternità (e la paternità), che circola nei blog e negli scambi tra mamme in internet, faticano a tradursi in pensiero e azioni collettive?
Proponiamo un confronto non-virtuale, nella piazza dell’Agorà del lavoro che metta al centro il duplice desiderio di lavorare ed avere figli. Siamo convinte che l’esperienza e il sapere di chi sperimenta sulla sua pelle cura e lavoro retribuito, se condivisi, possano portare nuova consapevolezza e nuovo sapere per tutti e quindi forza, idee e coraggio per modificare l’esistente.
INVITIAMO QUINDI CALOROSAMENTE
Madri (e padri) che abbiano voglia di partecipare e intervenire liberamente, portando la propria esperienza.
AGORÀ 8 lunedì 27 febbraio 2012
Negoziando si impara (e si può vincere)
Nell’ultima Agorà abbiamo sentito i racconti di giovani donne capaci e intelligenti, che lavorano, fanno (o non fanno) figli, che vogliono tempo per sé. Donne che vogliono negoziare una diversa organizzazione, valutazione, riconoscimento del loro lavoro.
Sia le dipendenti sia le “contrattiste” cercano tempi e modi di lavorare diversi da quelli che incontrano in un mondo del lavoro sempre più dissennato.
Cercano nuovi modi di rapportarsi con capi e cape, colleghi, dipendenti, sindacalisti e responsabili delle risorse umane di entrambi i sessi. Vogliono pensare a nuovi codici di comportamento che migliorino le relazioni e le pratiche quotidiane di lavoro.
Lavorare e vivere, lavorare bene e vivere bene. Di certo non hanno alcuna intenzione di “tornare a casa” per far fronte a un welfare al lumicino. Al contrario, vogliono imparare ad affermare i loro desideri e a negoziare in modo più efficace.
Come far tesoro delle esperienze e individuare i nodi giusti per incrinare il muro di gomma?
Come fare per trasformare la forza e la determinazione di tante (e tanti) in una forza visibile e collettiva?
Invitiamo tutte e tutti a riprendere il discorso avviato nell’ultima Agorà per andare avanti e incominciare a trovare insieme strumenti concreti di cambiamento.
AGORÀ 9 lunedì 26 marzo 2012
TEMPO/ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
*
REDDITO
*
TUTELE
*
RICATTI
*
GERARCHIA
*
COMPETIZIONE
*
NEGOZIAZIONE/RAPPRESENTANZA
Facciamo emergere
differenze, punti di contatto, possibili contaminazioni
fra lavoroautonomo (professionale)
lavoro dipendente e lavoro intermittente
INVITIAMO QUINDI CALOROSAMENTE
Lavoratrici autonome, dipendenti e parasubordinate che abbiano voglia di intervenire liberamente, portando la propria esperienza.
AGORÀ 10 lunedì 23 aprile 2012
La crisi economica e della politica è un tiro alla fune:
chi cede, chi si adatta, chi si automodera, perde
La RIBELLIONE politica è una medicina:
fa bene contro la solitudine, la depressione, l’angoscia
La politica che abbiamo in mente è:
– armarsi della propria soggettività: sapere chi siamo, che cosa vogliamo dal lavoro e dalla vita, saperlo proclamare insieme ad altre/i. Prima di vedere chi e come ti rappresenta, devi saperti autorappresentare: avere le parole e i pensieri che narrano che cosa vuoi, quali sono i tuoi progetti, le tue priorità, i tuoi desideri, i tuoi ostacoli.
Con il capitalismo finanziario è andata in pezzi l’oggettività del lavoro e dell’economia (su e giù delle borse e dello spread: qual è la razionalità?). Tiene solo la capacità soggettiva di resistere e di muoversi. Se c’è una cosa che il nostro tempo sta finalmente capendo, dopo che il femminismo ne parla da quarant’anni, è la necessità di mettere in gioco la soggettività per cambiare la politica.
-togliersi dalla solitudine e dalla illusione di una perfezione indipendente: approfittare della ricchezza e della forza che viene dalle relazioni, dagli scambi. Cercare insieme la direzione da prendere per cambiare le forme del lavoro e dell’economia.
-forzare i confini per non essere risucchiate/i in un quotidiano sempre più imperioso, ricattatorio, svilente, inquietante. C’è di mezzo la salute, i soldi, il tempo che sembra divorato, la voglia di vivere e dare un po’ di forza a chi non può rinunciare al futuro.
Ci sembra che questa sia la lezione delle ultime Agorà di fronte anche all’incalzare dell’attualità.
Se poi guardiamo più indietro, a questo primo anno di Agorà, vediamo crescere la sensazione che è possibile scommettere sulla forza delle donne e non sulla loro debolezza.
Dunque invitiamo tutte/i, frequentatrici/tori abituali, intermittenti, appassionate/i o infedeli, a partecipare alla prossima Agorà per raccontare:
– come affrontiamo il momento presente?
– che cosa ci dà l’Agorà e che cosa vorremmo?
– quali sono le poste in gioco su cui te la senti di puntare, quali le mosse giuste?
AGORÀ 11 lunedì 28 maggio 2012
Se il reddito fosse di cittadinanza:
sguardi differenti sul tema del “bioreddito”
Il pensiero femminista ha messo in discussione il contratto sociale che si basa sul paradigma del maschio adulto indipendente. Che indipendente non è, perché dipende, come tutti, da una massa enorme di lavoro informale e invisibile garantito (prevalentemente) dalle donne. Questo punto di vista (siamo tutti/e interdipendenti) interroga in modo radicale gli scopi del lavoro per il mercato, i suoi tempi e i suoi modi, come emerge dall’esperienza delle donne al lavoro.
Da queste premesse guardiamo all’obiettivo del reddito di cittadinanza (nelle sue diverse formulazioni: reddito minimo garantito, di base, di esistenza).
> Alcune donne sono perplesse o contrarie perché temono che spostando l’attenzione politica dal lavoro al reddito, venga azzerato il pensiero e l’esperienza delle donne al lavoro.È già accaduto: arrivano le donne in massa – vedi la scuola – e quella posizione perde valore; è l’ottica della femminilizzazione come indebolimento.
> Alcune/i, tenendo conto della mancanza di servizi di base in Italia, valutano che il reddito minimo non sposti ma anzi aggravi la divisione sessuale del lavoro, segregando in casa le donne più deboli e ricattabili.
> Altre/i invece, come Ina Praetorius, vogliono indirizzare l’obiettivo in senso post-patriarcale: il reddito di base non è la soluzione fatta e finita, ma è un buon obiettivo se mette in grado le donne e gli uomini di rinegoziare i rispettivi desideri e compiti.
> C’è poi chi sente l’urgenza di trovare rimedio al peggioramento delle condizioni di vita, combattere l’impoverimento e la ricattabilità in particolare di ampie fasce di donne, e pensa che sia un utile obiettivo per la redistribuzione del reddito e un’opportunità in più per le giovani generazioni.
> La maggior parte infine è molto curiosa e interessata al tema e desidera dibatterlo e approfondirlo nei suoi vari aspetti per farsene un’opinione.
Dunque invitiamo tutte e tutti
a partecipare alla prossima Agorà per ragionare insieme, mettendo liberamente in relazione
desideri e timori, pensieri ed esperienze.
AGORÀ 12 lunedì 25 giugno 2012
Molti sono i motivi per festeggiare…
A oltre un anno dal suo inizio l’Agorà è viva e vegeta e questo è il nostro 12° incontro.
È una pratica politica che non assomiglia a niente di già visto e altre la vogliono replicare nella loro città.
Ha dato voce pubblica a realtà del lavoro importanti, come il diverso modo di intendere la rappresentanza nel lavoro autonomo e dipendente, oppure la forza negoziale delle lavoratrici madri, oppure ancora la volontà delle più giovani di rifiutare sia la logica precaria che quella aziendalista e inventare nuovi modi di lavorare insieme. E molto altro.
È stata l’occasione per riconnettere le varie parti del femminismo milanese e metterne in gioco il ricchissimo patrimonio di pratiche e di pensiero.
Ci ha dato la misura di quanto questo tempo di crisi radicali sia per le donne un’occasione che unisce e dà forza, a fronte di un’evidente difficoltà maschile ad elaborare il nuovo.
La mossa dell’Agorà ha spianato la strada ad altre importanti iniziative come il convegno su Cura e lavoro di febbraio 2012, quello organizzato a Milano in marzo dall’Archivio delle donne in Piemonte sul lavoro visto dai femminismi torinesi e milanesi, e soprattutto la tre giorni nazionale che terremo a Paestum in autunno (5,6,7 ottobre).
invitiamo tutte e tutti
per brindare e festeggiare
scambiare valutazioni
lanciare idee per la ripresa di settembre
…e costruire passi comuni con cristina tajani,
assessora al lavoro, che sarà presente