Laura Minguzzi
Sono figlia di un ingegnere e di una operaia. Ho studiato alla facoltà di pedagogia e ho insegnato geografia per 28 anni . Adesso faccio l’imprenditrice. Sono andata in pensione quattro anni fa. Dato il mio carattere non potevo stare con le mani in mano.
Per fare questo passo mi ha aiutato una ex-collega, Anna Sergeevna Efimova, che io stimo molto. Mi ha introdotto in una ditta privata che si occupa di formazione, dove lei era andata a lavorare prima di me. Mi ha fatto conoscere un’altra persona molto valida, un ex-direttore di scuola, anche lui insegnante, che lavorava in questo centro di aggiornamento per insegnanti, ed è stato grazie a lui che ho potuto aprire una mia impresa.
Da allora io lavoro con soddisfazione, perché mi era sempre mancata la libertà di agire, di creare. Lì c’era questa libertà di azione. Inoltre penso che una donna libera, non limitata da ostacoli burocratici o da una morale politica possa fare molto di più.
Di che tipo di impresa si tratta?
E’ una ditta non statale che si occupa di formazione e aggiornamento per insegnanti. Si chiama “LA NUOVA SCUOLA DI PIETROBURGO” e non è un caso, perché il mio scopo è proprio quello di far conoscere alle-agli insegnanti tutto il meglio nell’ambito della pedagogia, i libri più nuovi, le nuove tecnologie e metodologie didattiche. Per questo pubblichiamo libri, organizziamo seminari per illustrare le ultime novità pedagogiche.
Tutte cose che prima erano solo sognate dalle insegnanti.
Quali rapporti ha con le donne e gli uomini che partecipano alla impresa?
Con le donne? Per prima cosa voglio dire che io amo la gente, comunicare con gli altri mi piace molto e io ho rapporti con vari tipi di persone, con insegnanti, genitori, clienti, direttori di scuole, bambini, che vengono in libreria o che incontro altrove. Così ho conosciuto Laura Minguzzi, che è capitata in negozio alla ricerca di novità.
Un giro che è infinito ed io da queste relazioni ricevo molta soddisfazione.
Con gli uomini ho soprattutto relazioni di affari, hanno fiducia in me e in varie occasioni mi hanno aiutato finanziariamente da quel momento sono diventati soci e/o amici.
Ci sono più donne o uomini nella sua impresa?
Nella libreria ho assunto più donne che uomini, ma come soci ci sono uomini.
Forse perché gli uomini hanno più capitale, più mezzi finanziari. Adesso ci sono anche uomini che si occupano seriamente di busness e che cercano dove investire il loro capitale e a me fa molto piacere che scelgano di investire nell’istruzione, cioè in imprese come la mia. In questo momento c’è questa tendenza.
Hai avuto qualche intoppo?
Quando ho cominciato mi sono trovata in difficoltà finanziarie perché il socio con cui avevo progettato la libreria con annesso un self-service, mi ha mollato su due piedi, tradendo la mia fiducia e le mie aspettative. A lui non interessava tanto il progetto, piuttosto era allettato dai possibili finanziamenti. Ancora adesso risento dei problemi e delle responsabilità che mi erano piombate sulle spalle e della delusione provata. In concreto aveva fatto alle mie spalle una società con un altro e in modo subdolo aveva tentato di estromettermi.
Io ho preferito separarmi, cedergli il “territorio” senza fare guerre, togliermi questo peso di dosso
cioè la parte dello stabile destinata al self-service, lui ha creato una società autonoma, e adesso il posto funziona. Non come era la mia idea originaria, ma io ne usufruisco mandando i miei collaboratori e le mie collaboratrici a mangiare lì gratis. Cerco di dare alle donne soprattutto il massimo delle comodità, oltre che la possibilità di avere una occupazione.
Con chi si consulta per prendere decisioni o risolvere problemi? Ha relazioni privilegiate?
A questo proposito mi è successa una storia incredibile, al limite dell’inverosimile. Ho conosciuto una persona, a cui ho parlato dei miei problemi, un estraneo, praticamente, con cui ho valutato la mia situazione,che si è offerto di cercare dei finanziamenti per la mia impresa. Io non ho dato molto peso alla cosa. Dopo due o tre settimane si è rifatto vivo questo giovanotto, io avevo completamente dimenticato questo episodio , non l’ho neanche riconosciuto. Si è presentato , mi chiamo Pietro e mi ha chiesto se mi ricordavo chi era e la promessa che mi aveva fatto di aiutarmi. Mi ha accompagnato nel mio giro di consegna di alcuni libri e in macchina mi ha dato una grossa cifra, senza pretendere nessuna ricevuta o interesse, sulla fiducia. Naturalmente io gli restituisco questi soldi, li considero un prestito che ci aiuta a respirare.
Sembra quasi un miracolo. Ma chi è costui, di che cosa si occupa?
E’ un industriale della carta che ha avuto successo e che può permettersi questi gesti, io amo molto questo tipo di persone. Non sempre può farci questi prestiti, a volte mi dice di no, comunque è una persona incantevole, un sognatore che vede che i suoi soldi sono al sicuro nelle mie mani e così è diventato mio socio.
Mi può descrivere una sua giornata di lavoro ?
Ufficialmente comincio alle nove, ma in realtà alle sette sono al lavoro. Faccio varie telefonate da casa. Al lunedì in ufficio ho una riunione e un corso per le libraie, affinché sappiano vendere in modo consapevole, dare consulenze sui libri e non fare semplicemente le commesse. Poi do le direttive per i diversi settori, ascolto i rendiconti degli ultimi giorni, cosa abbiamo ricevuto, quello che è andato bene e quello che non va, distribuisco i compiti, stabilisco il lavoro per tutta la settimana . Poi comincio a ricevere gente, chi vuole qualcosa da me oppure qualcuno che ho chiamato io. C’è da decidere l’acquisto di un nuovo libro, oppure un autore o un’autrice viene per chiedermi di pubblicare un suo testo. Per esempio adesso devo stampare velocemente un libro di una scrittrice che sta per morire e desidera ardentemente vedere il suo libro finche è in vita.
Alla sera, almeno una volta alla settimana mi piace andare a teatro. Inoltre di sera ho una seconda attività dove guadagno per investire soldi nella casa editrice. La mia giornata di lavoro è molto intensa. Torno a casa alle otto o alle nove e ancora faccio qualche telefonata..
E’ soddisfatta del suo lavoro?
Sono molto contenta, non tanto perché sono “proprietaria”, ma perché sono libera nella realizzazione delle mie idee, dei miei sogni, quello che penso posso realizzarlo autonomamente, con i miei soldi, certo con l’aiuto dei miei soci, ma essenzialmente fare come desidero io.
E’ una sensazione straordinaria, quella della libertà, che mi rende contenta, anche se le condizioni di lavoro nella società russa sono molto dure per gli imprenditori e io devo faticare parecchio.
Alla vecchiaia non ci pensa? Come si è organizzata per la pensione?
La vecchiaia non fa per me. Adesso non metto da parte niente. La pensione che prendo come insegnante è ridicola. Ma non importa, ora investo solo nel mio lavoro. per il momento mi posso permettere tutto il necessario. certo in caso di malattia per curarsi occorrono molti soldi. Per questo io faccio un secondo lavoro. E’ un lavoro molto ben pagato, nell’ambito della formazione, una attività sociale, per creare occupazione. E’ un lavoro che mi dà soddisfazione perché c’è ricchezza di scambi e poi cambiare genere di attività mi ricarica, non mi fa sentire la stanchezza.
Ultimamente ci stiamo ampliando e apriremo una filiale in un’altra repubblica, la Carelia, a Petrozavodsk , la capitale. Allargando la mia attività spero di assicurarmi anche un futuro migliore e di conseguenza anche una vecchiaia senza problemi di denaro.
Cosa pensa della guerra in Cecenia?
Da noi nessuno sostiene la guerra e neppure il governo. Ci sono dimostrazioni contro questa guerra insensata. Soprattutto le madri dei giovani che devono partire. C’è stato qualche tentativo di negoziato e ci eravamo illusi . Ma l’illusione è stata breve. In televisione mostrano scene molto cruente, di soldati russi con le teste tagliate dai “terroristi” ceceni. per giustificare la continuazione della guerra. Il popolo russo è contrario alla guerra ma c’è come una sorta di rassegnazione che non sia più possibile fermarla.