L’impiego piace a una donna su tre Il 63,1% si sente «potente»
Serena Uccello
Donne soddisfatte del proprio lavoro ma soprattutto dei risultati ottenuti nel corso della carriera. Certe delle competenze acquisite, per nulla disposte a tirarsi indietro ma altrettanto certe di giocare una partita non ad armi pari rispetto ai colleghi uomini. Le donne che lavorano sono così, le racconta una ricerca realizzata da Euromedia Research per la Fondazione Bellisario e che sarà presentata oggi nel corso del seminario Donna Economia & Potere, in programma a Torino. Mille donne, scelte in modo proporzia-le per territorio e per età, a rappresentare un spaccato fedele del lavoro al femminile. Ne emerge un quadro del tutto confortante rispetto ai risultati ottenuti ma con la consapevolezza che l’enorme nodo da sciogliere resta la conciliazione tra realizzazione professionale e realizzazione personale. Nonostante infatti i molti passi avanti, e nonostante i tentativi di realizzare anche attraverso strumenti di legge una minima rete di sostegno, la maternità resta un ostacolo (per le più giovani) o una rinuncia (per le over 45).
Il dato di partenza è che comunque il 35,5% delle donne è pienamente soddisfatto di sè e del proprio ruolo, e ben il 63,1% si sente in qualche modo “potente” nella propria professione. Una sensazione ben presente soprattutto nelle donne tra i 56-65 anni, con un buon livello di carriera, residenti nel Nord ovest, e soprattutto con figli. Molto più problematica risulta essere la percezione delle più giovani in particolare nelle regioni del Sud. Per quanto in salita, tuttavia, la maggior parte della donne (78,8%) è convinta che il lavoro non si declini al maschile e che la gran parte di loro (lo pensa il 64,5% del campione) ricopra posizioni e ruoli commisurati alla propria preparazione.
Il punto dolente resta però la scelta tra lavoro e maternità, un momento fortemente critico rispetto al quale non esiste una facile conciliazione: il 62,8% delle donne intervistate dichiara come quella tra lavoro e maternità sia una scelta obbligata. Ecco perché quasi otto donne su dieci sono convinte che in Italia ci sia bisogno di programmi e iniziative per sostenere l’occupazione femminile. Come ad esempio un’organizzazione strutturale del lavoro in azienda più flessibile (35,6%) o la possibilità di scegliere orari personalizzati (13,7%). «Le donne – spiega Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario – cercano una flessibilità che non sia occasione ma che rientri in un percorso di lavoro e di carriera. È cresciuta cioè la consapevolezza che in qualche modo bisogna cambiare e che è possibile ritagliare uno spazio solo cambiando le regole». Insomma manca un welfare concreto: colpa della scarsa informazione sulle leggi attuali (39,8%), ma colpa anche- è il sospetto –del disinteresse delle aziende ad applicare (18,5%) norme che le aziende stesse ritengono scarsamente convenienti (26,9%).