Sylvie Weil è una scrittrice francese che vive a New-York.
Laureatasi in Lettere classiche, è stata docente di Letteratura francese in Francia e negli USA, in particolare presso il Barnard College, il Bennington College e la City University of New York. Da alcuni anni, ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi interamente alla scrittura. La sua produzione narrativa abbina sottilmente ispirazione autobiografica, vena (auto)ironica e invenzione fantastica (se non addirittura fiabesca), come si vede in questo romanzo tradotto per la prima volta in Italia.
“Casa Weil” è allo tempo stesso un romanzo familiare, un libro di memorie, il ritratto di due figure quasi intimidatorie per la loro importanza: Simone Weil, filosofa, mistica, attivista, icona del pensiero novecentesco, e André Weil, genio precoce della matematica – rispettivamente la zia e il padre dell’autrice. Sylvie Weil compie con questo libro un vero e proprio esorcismo per liberarsi della presenza ingombrante del “genio bicefalo”, i due fratelli Weil, legati tra loro fin dalla prima infanzia da un complesso rapporto affettivo e intellettuale. L’impressionante somiglianza fisica con la celebre zia, la cui morte a soli trentaquattro anni seguì di pochi mesi la nascita dell’autrice, è il punto di partenza di una narrazione che intreccia passato, ricordi, memorie di amici e familiari, pensieri personali, ironia e sincerità. Leggendo riviviamo l’atmosfera, il lessico, i momenti di gioia e le sofferenze di una famiglia eccezionale, mai banale perfino nei minimi dettagli della quotidianità. Una nuova luce illumina le due figure, geniali ed eccentriche, di André e Simone: testimoni e attori della Storia, rivelati qui nel vivo delle relazioni familiari, nel loro più concreto e problematico stare al mondo.