Luciana Castellina, militante e parlamentare comunista, fra i quattordici e i diciotto anni ha tenuto un diario che racconta la sua iniziazione politica: dal giorno in cui, il 25 luglio 1943, a Riccione, la partita di tennis con la sua compagna di scuola Anna Maria Mussolini viene interrotta perché la figlia del Duce deve scappare (suo padre è stato appena arrestato a Roma), a quando si iscrive al PCI. In mezzo, l’evoluzione di una ragazza dei Parioli, con gli occhi aperti sul mondo e sulla storia, titubante nei suoi pensieri e curiosa di capire, i primi viaggi a Praga e nella Parigi del dopoguerra, i primi compagni, il primo gioioso lavoro, insieme a tanti coetanei di tutta Europa, per costruire una ferrovia nella Jugoslavia di Tito, le domande, le ribellioni, le scoperte di uno spirito impaziente di prendere forma. Questo diario, rivisitato e arricchito, ha mantenuto tutta la sua freschezza e la forza della sua testimonianza su un pezzo di storia decisivo per la generazione postbellica.
Luciana Castellina, giornalista, scrittrice e militante politica, è nata a Roma nel 1929, il padre era agente di commercio, la madre per metà di religione ebraica, proveniente dalla Trieste mitteleuropea.
Si è iscritta al PCI nel 1947, partito da cui è stata radiata nel 1969 quando con Magri, Natoli, Parlato, Pintor e Rossanda fondò Il Manifesto.
È stata deputata nazionale per tre legislature e poi deputata europea, nelle elezioni del 1979; e presidente della Commissione parlamentare per la cultura, la gioventù, l'istruzione.